La premier italiana Giorgia Meloni nel summit Nato di Washington non ha mancato di bacchettare il suo vice Matteo Salvini, che aveva proposto di togliere i limiti dell'uso delle armi occidentali a Kiev per colpire la Russia.
Meloni ha dichiarato: "Noi in Ucraina ci siamo concentrati sui sistemi di difesa aerea, che è il modo migliore per difendere una Nazione aggredita. Lo dico anche a chi da varie parti dice che, se si continuano a inviare armi all'Ucraina si alimenta la guerra. Dipende anche da che cosa si invia, perché se noi non avessimo mandato i sistemi di difesa antiaerea i missili sarebbero partiti ugualmente, colpendo molta più gente, come abbiamo visto qualche giorno fa all'ospedale di Kiev".
La premier ha comunque negato che Salvini sia un problema politico per la sua posizione sul conflitto rivendicando in qualche modo di aver garantito la linea.
Meloni ha poi mostrato apertura su Von der Layen, legando il suo voto al risultato che l'Italia deve ottenere «per il suo peso» e a quello che la presidente della commissione uscente dirà al gruppo conservatore europeo presieduto dalla stessa Meloni.
La presidente del Consiglio ha poi ridimensionato anche le distanze politiche con i gruppi di destra che in Europa hanno aderito ai Patrioti di Orban e Le Pen, ricordando che nel gruppo, oltre a Salvini è presente anche Vox che fino a qualche giorno fa è stato con lo stesso gruppo conservatore europeo.
Infine, sul viaggio di Orban a Mosca e Pechino senza alcun mandato europeo, la premier spiega: "se fossero iniziative che possono portare qualche spiraglio di pace e di diplomazia non ci vedrei niente di male, direi ben venga. Ma se il giorno dopo si ottiene che un ospedale viene bombardato a me pare che questo dimostri purtroppo che non c'è alcuna volontà di dialogo da parte della Russia di Putin".
Davide Fifaco