Due le versioni che girano a Montecitorio sullo stato dei rapporti in coalizione tra Lega e Forza Italia sulla questione del taglio del canone Rai.
C'è chi sostiene che Giorgia Meloni abbia lasciato fare Matteo Salvini, quando quest'ultimo ha deciso di far presentare l'emendamento ad hoc al decreto fiscale sul taglio a 70 euro del canone Rai per non creare frizioni con l'alleato su un tema che il Carroccio ritiene un cavallo di battaglia elettorale.
L'altra versione, che sarebbe quella che pensa la maggioranza di centrodestra, ritiene che Salvini voglia andare fino in fondo su un tema prioritario per lui.
Nella Lega non vogliono sentire ragioni. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e senatore Alessandro Morelli, fedelissimo di Salvini, dichiara: "Penso che la Rai più che spendere troppo spende male, il nostro obiettivo è di diminuire le tasse agli italiani e quindi proseguiremo su questa strada".
Da Forza Italia il pensiero è invece quello che "è una follia pensare di farsi finanziare dagli italiani il taglio del canone da 90 a 70 euro come è successo l'anno scorso". Nel 2023, infatti, i 420 milioni di euro che non sono stati recuperati dalle bollette sono stati prelevati dalla fiscalità generale e "questo non deve ripetersi".
Il responsabile nazionale dei Dipartimenti di settore di Forza Italia, Alessandro Cattaneo, evidenzia: "La domanda di fondo dovrebbe essere se e come manteniamo un presidio pubblico nel comparto televisivo. La nostra risposta è che questo presidio, al pari di altri Paesi, compreso il Regno Unito con la Bbc, è opportuno mantenerlo e quindi, di pari passo, va conservato un finanziamento congruo che oggi ritengo adeguato con un canone a 90 euro".
Per Fratelli d'Italia, infine, il taglio non è una priorità, ma è necessario trovare una sintesi in maggioranza, evitando strappi senza senso.
Davide Fifaco