Il governo italiano si adegua allo sviluppo dell'Intelligenza artificiale e declinando il regolamento europeo AI Act, lasciando l'uomo al centro di ogni processo decisionale. Inoltre, per attrarre gli esperti, vara delle agevolazioni fiscali per i rimpatriati, quindi anche a chi ha lavorato sull'IA all'estero. Inoltre, introduce un nuovo reato: reclusione da 1 a 5 anni per chi crea danno con l'IA.
Il sottosegretario per l'Innovazione tecnologica, Alessio Butti, ha spiegato che il ddl definisce chi elabora la strategia, ovvero Palazzo Chigi, chi monitora e vigila e quindi l'Agenzia per l'Italia digitale e l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale che diventano Autorità nazionali per l'intelligenza artificiale ed infine chi notifica e sanziona.
Butti afferma: "Crediamo che sia un prodotto di buona qualità, realizzato con la collaborazione di tutti" gli interessati, ministeri compresi.
La stretta sul codice penale l'ha spiegata lo stesso ministro della Giustizia, Carlo Nordio: "L'aspetto penale può essere devastante perché può creare una realtà che non è più virtuale ma reale" e allora "per questo interviene la norma penale". E l'uso dell'IA per alcuni reati diventa un aggravante, precisa Nordio.
Come annunciato qualche settimana fa dalla premier Giorgia Meloni, l'Italia punta allo sviluppo dell'IA con un miliardo di euro; il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha spiegato che il provvedimento "indirizza un miliardo di euro del fondo innovazione, per facilitare la nascita di start up e di far crescere start up esistenti che operano nell'IA, e anche per consentire la nascita di un campione nazionale come fanno altri paesi Ue".
Davide Fifaco