Caso “ampiamente chiarito” per la maggioranza, ma per l’opposizione e soprattutto per una delle protagoniste del Caso Sangiuliano, l’influencer Maria Rosaria Boccia, la confessione pubblica del ministro non sposta i termini della vicenda.
"Oggi – ha scritto sui social dopo la confessione in Tv del ministro, che ha ammesso di aver avuto una relazione con l’influencer ma ha smentito di averle mai attribuito un incarico ufficiale o averla messa a parte di dati riservati - vengo accusata di essere una ricattatrice, ma in realtà non sono io ad aver creato il ricatto: sono coloro che occupano i palazzi del potere ad esercitarlo".
“Sto difendendo – ha aggiunto - la mia dignità e il mio modo di essere donna. Sono stata ingannata, ma non permetterò che la mia storia venga strumentalizzata dal cinismo, dall'arroganza e dal capriccio di un potere tirannico".
Boccia ha anche lanciato segnali, parlando di altre persone coinvolte, ma al di là della disputa e delle differenze di versione della vicenda fra il ministro Sangiuliano e la sua ex collaboratrice, il caso è tutt’altro che superato anche a livello politico.
Sullo sfondo rimane il sospetto che Boccia, che non ha alcuna carica nel ministero, sia stata messa a parte di particolari riservati sull’organizzazione del G7 in programma a fine mese a Napoli: tutte le opposizioni hanno chiesto che la premier Giorgia Meloni vada riferire sul caso in Parlamento, e il Pd ha proposto di sentire i vertici Rai in commissione vigilanza, per lo spazio concesso, 15 minuti, al mea culpa del ministro dopo il TG1.
Pd, M5s, Italia Viva parlano di “un duro colpo alle istituzioni”, mentre il leader dei Verdi Bonelli presenterà un esposto alla Procura di Roma sul comportamento del ministro della Cultura.
Alessandro Martegani