Il Museo del Ricordo si occuperà solo della memoria delle foibe e dell’esodo, e non di ciò che avvenne sul confine orientale nel corso del regime fascista, né degli atti di violenza avvenuti nel 1941 durante l'occupazione nazifascista nel regno jugoslavo.
La maggioranza di centro destra non ha accolto l’emendamento, proposto fra gli altri dalla senatrice Tatjana Rojc, che puntava ad allargare l’area di competenza del Museo del Ricordo, che dovrebbe aprire a breve a Roma.
La legge istitutiva del museo, come riporta il Primorski Dnevnik, è stata approvata in settimana dalla Commissione bilancio del Senato, ma la maggioranza non ha accolto un emendamento del centro sinistra con cui si chiedeva d’inserire, accanto ricordo della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo, della storia degli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, anche la più complessa vicenda del confine orientale italiano, “attraverso la prima Guerra mondiale e il Trattato di Rapallo del 12 novembre 1920, l'avvento del regime fascista con l'italianizzazione forzata e brutale, culminata con i gravissimi atti di violenza nel regno jugoslavo nel 1941 durante l'occupazione nazifascista”.
Come hanno spiegato sia la Senatrice Rojc, sia il senatore del Pd Francesco Verducci in aula, era importate contestualizzare le persecuzioni e le violenze perpetrate alla fine della seconda guerra mondiale in un più ampio periodo storico, che tenesse conto “delle tendenze nazionaliste sviluppatesi già nel corso della prima guerra mondiale e consolidatesi con l'italianizzazione forzata e brutale durante il regime fascista”, ma sia il relatore Paolo Marcheschi, senatore di Fratelli d'Italia, sia la sottosegretaria al Ministero della cultura, Lucia Borgonzoni, della Lega, si sono espressi contro l'emendamento del Pd, sostenendo che la materia non rientra nell’ambito del Museo del Ricordo, e la maggioranza ha bocciato l’emendamento.
Confermato invece il resto del testo, che per la realizzazione del Museo e per finanziare la Fondazione che lo dovrà gestire, stanzia una spesa di tre milioni di euro per il 2024, altri tre per l’anno 2025 e due milioni per il 2026. Altri 50 mila euro all’anno saranno poi impiegati per garantire il funzionamento del museo dal 2026 in poi.
Alessandro Martegani