Non è solo una sensazione o una narrazione giornalistica, ora lo dicono anche i dati: purtroppo il rigurgito antisemita è una realtà anche in Italia.
È la conclusione a cui giunge uno studio del ricercatore del CENSIS Giulio De Rita, riportato dall’agenzia Dire, illustrato in settimana nella Sinagoga Centrale di Milano nel corso di un evento di commemorazione del 7 ottobre organizzato dalla Comunità Ebraica del capoluogo lombardo.
Il Censis, Centro Studi Investimenti Sociali, ha creato un Osservatorio Antisemitismo che ha rilevato come gli episodi d’intolleranza verso gli ebrei siano ormai 20 ogni mese e siano addirittura triplicati nei mesi che vanno da ottobre 2023 a marzo 2024.
I dati rivelerebbero un sentimento antisemita in Italia “radicato e severo” che riguarda circa il 15 per cento della popolazione; il 13 per cento ritiene non importante “che le nuove generazioni conservino nella memoria la tragedia della Shoah”; il 7 nega l’Olocausto, e meno della metà degli italiani è consapevole che il negazionismo è un reato.
Sempre secondo lo studio il 9 per cento afferma che si sentirebbe a disagio a lavorare con un ebreo e un italiano su dieci non vorrebbe che i propri figli avessero rapporti affettivi con un appartenente alla comunità ebraica.
Non mancano dei pregiudizi purtroppo diffusi come il considerare la comunità ebraica non integrata nel paese, come dichiarato da un intervistato su tre, e la stessa quota pensa che ci sia un’eccessiva influenza della comunità ebraica nel Paese o che gli ebrei che si sentano superiori agli altri.
Per De Rita i dati rivelano “un significativo antisemitismo culturale in Italia, in un mix di pregiudizi e invidie per un presunto potere economico politico e mediatico”, e, ha aggiunto, “sarà sempre più dura resistere alle pressioni omologanti, senza alimentare pregiudizi, invidie e ostilità”.
Alessandro Martegani