
“Episodi di questo genere fanno parte di quell’ambito della vita quotidiana nel quale ancora non si è riusciti a eradicare l’aggressività, la violenza, verbale o fisica. Il peggio del peggio è che gli insulti sessisti sono stati rivolti a una donna da un’altra donna".
È stato lo stesso presidente del Veneto, Luca Zaia, a intervenire sul caso della giovane arbitra di basket insultata pesantemente dalla madre di un giocatore, fra l’altro proprio l’otto marzo, giornata della donna.
Il caso era stato riportato dal quotidiano il Gazzettino: durante una partita di basket giovanile a Motta di Livenza, in provincia di Treviso, una madre ha cominciato insultare la ragazza che è scoppiata in lacrime all’ennesima ingiuria. “Cosa ci fai qui l'8 marzo? Vai a fare la prostituta, vai a casa!" le ha detto la donna dal pubblico.
La partita è stata sospesa per più di 20 minuti: l’arbitra è poi tornata sul parquet, ha terminato la partita e alla fine ha ricevuto la solidarietà di tecnici e giocatori.
“Sia orgogliosa di sé stessa la giovane arbitra alla quale va tutta la mia solidarietà” ha detto Zaia. Hai “dimostrato – ha aggiunto rivolgendosi alla giovane - carattere e resilienza: continua a coltivare la tua passione con orgoglio e con l’augurio di vederti fischiare su campi di categorie superiori”. “Quanto alla colpevole degli insulti, - ha concluso - per lei mi auguro il Daspo”.
Non si tratta purtroppo di un caso isolato: lo scorso febbraio un'arbitra di 16 anni era stata insultata su un campo di calcio di Roma, mentre dirigeva una partita, dal padre di uno dei calciatori ospiti: "Questa è femmina, non capisce. Poi dice che uno è sessista, che fa il sessismo” si senta dire in un video. Ma come fa una femmina, non s'è mai vista...” ha aggiunto l’uomo che stava facendo una sorta di telecronaca in diretta YouTube.
Le frasi sono però state registrate da un altro genitore della squadra di casa, ceh è intervenuto. "Ho provato rabbia, amarezza e delusione – ha detto la giovane arbitra, tuttavia non ne sono rimasta sorpresa: nei campi capita di tutto a me e ai miei colleghi maschi, ma questa volta gli insulti hanno colpito maggiormente perché espliciti e di natura sessista, soprattutto provenendo da un signore che potrebbe essere mio padre”.
Alessandro Martegani