In Italia i reati ambientali nel 2023 sono aumentati, registrando +15,6% rispetto al 2022. Gli illeciti si commettono soprattutto nel Mezzogiorno, in particolare in Campania, Puglia, Sicilia e Calabria. Tutto il mercato illegale nella Penisola, lo scorso anno è valso ben 8,8 miliardi.
A tracciare un quadro di sintesi è il nuovo report di Legambiente 'Ecomafia 2024. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia', nel 30esimo anno dalla sua prima pubblicazione.
Nel 2023 in Italia - spiega Legambiente - aumenta anche il numero delle persone denunciate (+30,6%), così come quello degli arresti +43%) rispetto al 2022 ed anche quello dei sequestri (+19%).
Tra gli illeciti continua a salire la pressione del ciclo illegale del cemento, che si conferma sempre al primo posto tra i reati ambientali; ma si registra soprattutto l'impennata degli illeciti penali nel ciclo dei rifiuti, con il + 66,1% che salgono al secondo posto. Al terzo posto la filiera degli illeciti contro gli animali (dal bracconaggio alla pesca illegale, dai traffici di specie protette a quelli di animali da affezione fino agli allevamenti); seguita dagli incendi dolosi, colposi e generici.
Crescono anche i numeri dell'aggressione al patrimonio culturale e degli illeciti nelle filiere agroalimentari, a cominciare dal caporalato. Sono inoltre 378 i clan mafiosi censiti.
A livello regionale la Campania si conferma al primo posto della classifica con più illeciti ambientali, seguita da Sicilia, Puglia (scesa al terzo posto) e Calabria. La Toscana sale dal settimo al quinto posto, seguita dal Lazio. Tra le regioni del Nord, la Lombardia è sempre prima.
La pressione dell'illegalità resta alta anche sul tema abusivismo edilizio, soprattutto al Sud, dove si concentra il 48,8% delle nuove costruzioni abusive.
Davide Fifaco