Il nuovo meccanismo salta coda inserito nel decreto legge del Governo italiano, almeno sulla carta, garantisce che ogni prestazione sarà assicurata nei tempi previsti: se al momento della prenotazione non c'è posto per la visita o la Tac nell'ospedale allora l'Asl dovrà assicurare che la stessa prestazione venga fornita al cittadino nei tempi previsti - gratis o dietro il pagamento di un ticket - in una struttura privata accreditata oppure sempre dentro l'ospedale ma ricorrendo all'intramoenia e cioè alla libera professione dei medici dentro la struttura. Questa la misura simbolo del piano contro le liste d'attesa varato dall'Esecutivo.
Un decreto che viene però criticato e non solo dall'opposizione. "Un pannicello caldo" definisce così il provvedimento Fabrizio Pregliasco, direttore della scuola di specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell'Università di Milano e direttore sanitario dell'Ircss Ospedale Galeazzi Sant'Ambrogio di Milano, che aggiunge: "Questa misura non incide in modo significativo e lo dimostra il fatto che hanno spezzato il provvedimento in due con un Ddl e al momento, quindi, non c'è alcun aumento della disponibilità economica. E soprattutto il punto chiave sono gli aspetti operativi e concreti. C'è necessità di una riorganizzazione complessiva del sistema. Con così tante richieste si impalla perché non vengono coinvolti i medici di famiglia e le case di comunità. Occorre incidere sull'origine delle richieste di visite inappropriate e governarle con modalità differenti".
"Un decreto fuffa" lo ha definito la segretaria del Pd Elly Schlein, che precisa: "Pensano di affrontare le liste d'attesa, per cui gli italiani aspettano anche due anni per una gastroscopia, senza mettere risorse. Una presa in giro a cinque giorni dal voto".
Dalla maggioranza arriva invece la difesa del decreto, con il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi, che afferma: "Il governo Meloni ha fatto una cosa straordinaria per l'abbattimento delle liste di attesa in Sanità. Straordinario cancellare i limiti di assunzione per i medici. Basta con i gettonisti che guadagnano un sacco di soldi. In sede di conversione cercheremo ancora più fondi per la salute mentale. Meloni fa fatti e non parole".
Davide Fifaco