Sergio Mattarella (Foto: Quirinale)
Sergio Mattarella (Foto: Quirinale)

È stato un appello alla solidarietà e all’unità per garantire un futuro al Paese e al Mondo il filo conduttore del tradizionale discorso di fine anno di Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato si è rivolto a reti unificate agli italiani, a poche ore dal Capodanno, parlando in piedi, in una stanza del Quirinale.
Mattarella, che si rivolgeva per la decima volta agli italiani in occasione del discorso di fine anno, un record nella storia della Repubblica, ha iniziato il proprio intervento rivolgendo un pensiero “agli italiani e alle italiane, a chi si trova in Italia e agli italiani che sono all’estero”.

“La pace non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità".

Sergio Mattarella

Rispettando le attese, uno dei temi principali è stato quello della pace, citando soprattutto il conflitto in Medio Oriente e in Ucraina, situazioni che rendono ancor più attuale la necessità di ricercare la pace, senza però, ha aggiunto, cedere agli aggressori: “La pace non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità. Perché è giusto, e - se questo motivo non fosse ritenuto sufficiente - perché è l’unica garanzia di una vera pace, evitando che vengano aggrediti altri Paesi d’Europa”.
“La crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall'aggressione della Russia all'Ucraina – ha aggiunto - ha toccato quest'anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari. Otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l'umanità. È una sconfortante sproporzione".

Sergio Mattarella (Foto: Quirinale)
Sergio Mattarella (Foto: Quirinale)

Ricordando Cecilia Sala, la giornalista detenuta in Iran, Mattarella ha anche ringraziato gli operatori dell’informazione: “Quanto avviene segnala ancora una volta il valore della libera informazione. Tanti giornalisti rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove. Spesso pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità”.
Non è mancato un accenno al Giubileo, un evento, ha aggiunto il Presidente, che ci spinge a ritrovare il senso di vivere insieme: “Il mondo sembra in preda a una forza centrifuga”, ha detto ricordando problemi come le diseguaglianze fra ricchi e poveri e fra diverse aree del Paese e del Mondo.
Mattarella si è poi rivolto ai giovani, la speranza del paese, ma spesso costretti ad andare a studiare e lavorare all’estero, spesso vittime di fenomeni come bullismo, risse, uso di armi, consumo di alcol e droghe, problemi alimentati spesso dal web. “Abbiamo – ha detto - il dovere di ascoltare il loro disagio”.

Sergio Mattarella (Foto: Quirinale)
Sergio Mattarella (Foto: Quirinale)

Altri passaggi hanno riguardato le intollerabili morti sul lavoro, e le condizioni delle carceri italiane dove "l'alto numero di suicidi è indice di condizioni inammissibili”. “Abbiamo il dovere di osservare la Costituzione che indica norme imprescindibili sulla detenzione in carcere”. “I detenuti devono potere respirare un'aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine". Parole che sembrano una sorta di replica al sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, al centro delle polemiche dopo aver detto, presentando una nuova auto per il trasporto dei detenuti, che la polizia penitenziaria non deve “lasciar respirare chi è dietro quel vetro".
Qualche minuto è stato speso per definire il nuovo concetto di patriottismo: Mattarella ha citato degli esempi come i militari in missione all’estero, ma anche i medici dei pronto soccorso, gli insegnanti, chi studia e si prepara alle responsabilità che avrà presto, e anche gli immigrati:

È patriottismo quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l'Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità, e con il suo lavoro e con la sua sensibilità, ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità".

Sergio Mattarella

Il presidente ha denunciato poi la scandalosa arretratezza culturale che produce la "barbarie" dei femminicidi, lodando il "rumore delle ragazze e dei ragazzi che non intendono tacere" accanto a tutti coloro che s’impegnano per gli altri, permettendo di superare la solitudine, l’egoismo, la rassegnazione e l’indifferenza.
Dopo aver ricordato come l’Italia celebrerà nel 2025 gli 80 anni dalla liberazione, (“fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione, che hanno consentito all’Italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unità”, una “liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia”) Mattarella ha rivolto un appello al mondo della politica chiamato alla responsabilità e a riportare i cittadini al voto.
Infine, guardando dritto in camera tutti i cittadini e le cittadine, Mattarella ha invitato a non rimanere passivi, a non delegare sempre all'altro, a prendersi le proprie responsabilità: "Siamo chiamati a consolidare e sviluppare le ragioni poste dalla Costituzione alla base della comunità nazionale. È un'impresa che si trasmette da una generazione all'altra, perché la speranza – ha concluso - non può tradursi soltanto in attesa inoperosa. La speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte".

Alessandro Martegani

Foto: Quirinale
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