Come previsto - spiega il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro - la variante inglese, in Italia, è divenuta quella dominante. "La circolazione della variante inglese è maggioritaria e lo sarà sempre più: ha più elevata trasmissibilità, il modo migliore di contrastare la trasmissibilità è ridurre le occasioni di trasmissione", sottolinea Brusaferro.
Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, precisa: "Abbiamo anche noi evidenze chiare sul fatto che la variante inglese" è più trasmissibile "nelle fasce di età comprese tra i 10 e i 19 anni, ma anche tra i 6 e 10 anni" nelle quali "vi è un aumento del numero di casi infetti come Sars-Covid 2. Questo maggiore potere infettante o contagiante non si associa a patologia più grave". Fortunatamente i bambini restano risparmiati dalle forme più gravi, ma, nonostante ciò, preoccupa la possibile diffusione nelle scuole. Anche per questo motivo da lunedì 8 marzo oltre 6 milioni di studenti potrebbero seguire le lezioni da casa, nelle Regioni che presentano maggiori rischi.
Il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, ribadisce che la scuola non chiude e non ha mai chiuso, perché gli insegnanti sono sempre stati presenti. La ministra degli Affari regionali, Mariastella Gelmini ha aggiunto: “Abbiamo provato a tenere aperte le scuole ovunque sia possibile, non esiste divisione tra chi le vorrebbe aperte e chi chiuse. Sono un servizio essenziale, se viene tolto è una perdita per i ragazzi e per le famiglie. Non ho condiviso molte cose della ministra Azzolina, ma ho apprezzato il suo sforzo per tenerle aperte più possibile".
Per quanto riguarda la questione vaccini, il ministero della Salute in queste ore emetterà una circolare per precisare che per i soggetti già infettati in passato ci sarà una sola dose di vaccino, in quanto l'infezione svolge di fatto un ruolo di “innesco” per la risposta immunitaria.
Davide Fifaco