Massimliano Fedriga e Luca Zaia
Massimliano Fedriga e Luca Zaia

Attorno a quello che viene presentato come un confronto su un tema di principio, consentire o meno ai governatori regionali di poter correre per un terzo mandato superando l’attuale limite di due, si sta giocando in realtà una vera e propria battaglia politica e di potere, soprattutto all’interno del centro destra.
La vicenda tocca da vicino la coalizione di governo in Friuli Venezia Giulia, dove Massimiliano Fedriga attende di sapere se potrà o meno correre per un terzo mandato, e in Veneto, dove Luca Zaia punta addirittura al quarto mandato, visto che il primo non conta perché iniziato antecedentemente all’entrata in vigore della legge elettorale che imponeva il limite di due mandati.
Si tratta di due governatori molto popolari, che probabilmente al momento non avrebbero difficoltà a farsi rieleggere, e che rivendicano il diritto dei cittadini di scegliere da chi farsi governare, ma che trovano i principali avversari alla prosecuzione della propria carriera (oltre che del centro sinistra, che sottolinea come sia necessario un ricambio per evitare la tendenza degli stessi governatori all’autoconservazione e a creare una sorta di satrapia), negli alleati di governo nazionali.
Fra le forze maggiormente contrarie al terzo mandato ci sono infatti i Fratelli d’Italia, il partito della Premier, che non ha governatori coinvolti nella vicenda, e che non ha mai dimostrato troppo entusiasmo sul tema. La questione è tutta politica, anche perché Fratelli d’Italia, il partito più votato al nord, non fa mistero di puntare almeno alla guida del Veneto, regione che invece gli uomini di Matteo Salvini ritengono essere di competenza leghista. Nulla da fare anche per il rinvio delle elezioni in Veneto al 2026, chiesto dalla Lega ufficialmente per consentire lo svolgimento delle Olimpiadi invernali.
Anche in Friuli Venezia Giulia, Regione che potrebbe cambiare le regole in autonomia, la vicenda è tutt’altro che risolta: lo stesso ministro di Fratelli d’Italia, il pordenonese Luca Ciriani, molto vicino a Giorgia Meloni, ha detto chiaramente che la questione è chiusa e andava affrontata in Parlamento con un ragionamento generale (ma la discussione sembra ormai impossibile, dopo il colpo di mano tentato dalla Lega qualche mese fa e poi bloccato dagli alleati). Secondo il segretario regionale della Lega, Marco Dreosto, della riforma si dovrebbe invece discutere in Consiglio Regionale entro giugno. Sulla vicenda Forza Italia sembra invece divisa perché, se a livello nazionale è stata chiusa la porta, a livello regionale la coordinatrice Sandra Savino ha aperto al terzo mandato in Friuli Venezia Giulia. Nel dibattito in regione s’inseriscono anche le candidature per la guida delle amministrazioni di Monfalcone e Pordenone, con un’evidente difficoltà nel centro destra a trovare un accordo.
Nemmeno a sinistra però la posizione è unitaria: in Campania in particolare, il Consiglio regionale ha approvato una norma che consentirebbe a Vincenzo De Luca di correre una terza volta, ma sulla sua strada il governatore ha incontrato, oltre che la contrarietà a livello nazionale del centrosinistra e della stessa segretaria del Pd Elly Schlein, anche del Governo, che potrebbe considerare un ricorso alla Corte costituzionale per far dichiarare illegittima la norma.
Il ricorso dovrebbe esser depositato entro il 10 gennaio, e la decisione potrebbe arrivare già oggi. Alcuni consiglieri regionali della Campania di centrodestra e indipendenti hanno anche già deciso di ricorrere alla magistratura amministrativa, per chiedere l’annullamento della seduta del Consiglio regionale che ha approvato il via libera a De Luca a candidarsi per la terza volta.

Alessandro Martegani