“Ritengo ingiusta la sistematica campagna di denigrazione alla quale siete stati sottoposti”.
Giorgia Meloni si schiera decisamente con la Polizia dopo settimane di dure polemiche e attacchi alle forze dell’ordine, seguiti alle cariche contro dei giovani manifestanti a Pisa.
La Premier ha incontrato, accanto ad altri membri del governo, i sindacati delle forze dell'ordine a Palazzo Chigi per un confronto sui prossimi provvedimenti su ordinamento, organizzazione e funzionamento delle forze di polizia con funzioni di controllo del territorio, ricordando che, ha detto, “nel 97 per cento delle manifestazioni che si sono svolte in questi mesi non c'è stata alcuna criticità”, riscontrata, ha aggiunto, “solo nel 3 per cento dei casi: questo – ha spiegato - dimostra l'ottima gestione dell'ordine pubblico e la capacità di proteggere i siti sensibili”.
Riguardo i fatti di Pisa, la Premier ha assicurato che il governo e la polizia garantiranno “piena collaborazione con l'autorità giudiziaria per far emergere errori o abusi”, ma anche che “va contrastata una mentalità che vuole instillare nei più giovani” l'idea che “ci sono regole che possono non essere rispettate”. Il governo ha aggiunto - vuole “continuare a garantire i diritti di manifestare, ma nel rispetto delle regole”.
La posizione di Meloni è stata apprezzata dai sindacati delle forze dell’ordine, che hanno anche avanzato delle proposte, come quella di un “daspo”, vale a dire l’allontanamento per un periodo dalle manifestazioni, per chi compie atti violenti, come già succede per i tifosi.
Il governo ha dato disponibilità a valutare la misura, che però ha già scatenato la reazione degli studenti, perché mette sullo stesso piano gruppi ultras e chi manifesta per un ideale: Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell'Unione degli studenti, ha definito “vergognosa la proposta del governo di applicare un daspo nei confronti dei manifestanti violenti” , che arriva a seguito, ha aggiunto, “di una serie di episodi che dimostrano che violenti non sono gli studenti, ma le forze dell'ordine”. “Servono invece – ha rilanciato- codici identificativi sulle divise e sui caschi delle forze dell'ordine” per rendere identificabili gli agenti che compiono abusi.
Una proposta su cui i sindacati di polizia si sono detti “disponibili a parlare”, ma, ha aggiunto Giuseppe Tiani, segretario del sindacato Siap “non ci può essere rapporto paritario fra chi garantisce tutti i cittadini e chi manifesta in maniera violenta”.
Alessandro Martegani