Foto: SOJ RTV SLO
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Il testo in discussione in commissione Affari Costituzionali della Camera del Parlamento italiano, vorrebbe introdurre, nonostante non sia previsto dall'ordinamento, la possibilità di cancellare il Cavalierato di Gran Croce a coloro che si sono macchiati di crimini contro l'umanità anche dopo il loro decesso. Una richiesta che nasce dalla campagna che ormai da anni viene portata avanti dalle associazioni degli esuli per la revoca di questo titolo al Maresciallo Tito, che ha trovato sponda in questo ultimo governo tanto da diventare una proposta di legge che secondo il deputato di Fratelli d'Italia Walter Rizzetto, tra i promotori del ddl, dovrebbe rendere finalmente giustizia "alla memoria di migliaia di italiani morti per ordine di Tito nelle foibe".

A questo punto, però, il PD nell'ultima riunione della commissione ha deciso di rilanciare con un emendamento che estenderebbe la cancellazione post mortem anche a chi sia stato insignito di una ricompensa al Valore e al Merito dell'Esercito, tra i quali compare men che meno Benito Mussolini. Il Dem Gianni Cuperlo, presentando l'emendamento in commissione, ha affermato che sulla necessità di revocare le onorificenze a chi si è macchiato di crimini crudeli contro l'umanità si è tutti concordi, ma che questo non vuol dire piegare la storia a proprio piacimento e perciò il suo partito ha deciso di proporre la cancellazione dei riconoscimenti oltre che al maresciallo Tito pure a Benito Mussolini, colpevole di altrettante nefandezze.

Con il voto nella prossima riunione della commissione del 12 marzo si vedrà quale posizione deciderà di prendere il centro-destra e quale testo sarà calendarizzato alla Camera a partire dal prossimo 18 marzo. Tra le proposte emendative, fatte tutte dall'opposizione, anche la cancellazione dei riconoscimenti a chi si è macchiato "di disastri ambientali" o "sia stato condannato in via definitiva per genocidio". L'abrogazione, secondo diverse proposte di modifica, dovrebbe prevedere sempre un passaggio parlamentare, con il parere delle commissioni competenti.

Barbara Costamagna