Quattordici scienziati italiani, hanno lanciato un appello in difesa della Sanità pubblica. Guidati dal Nobel Giorgio Parisi, nomi noti della scienza e della medicina, convinti che il Servizio sanitario nazionale sia un bene di tutti, hanno voluto dire la loro, chiedendo al Governo di ridare a questo settore fondamentale «il suo ruolo di luogo di ricerca e innovazione». «Tutti hanno diritto a curarsi. L’Italia non diventi un Paese per ricchi», ha spiegato in un’intervista a Repubblica uno dei firmatari, il direttore dell’Humanitas Alberto Mantovani.
I quattordici non si sono, però, solo ridotti a segnalare il pericolo, ma nel documento hanno anche cercato di tracciare delle possibili soluzioni per uscire dalla crisi del settore sanitario (considerato fino a poco tempo fa tra i migliori al mondo), che sta causando un arretramento di alcuni indicatori di salute, difficoltà crescenti di accesso ai percorsi di diagnosi e cura, aumento delle diseguaglianze regionali e sociali. «Parte delle nuove risorse deve essere impiegata per intervenire in profondità sull’edilizia sanitaria, in un Paese dove due ospedali su tre hanno più di 50 anni e uno su tre è stato costruito prima del 1940», scrivono nella missiva, chiedendo anche un maggior impegno finanziario «per disporre di professionisti sanitari competenti, che continuino a formarsi e aggiornarsi lungo tutta la vita lavorativa», garantendogli migliori condizioni di lavoro, in modo da scoraggiarne la fuga vero il privato.
In chiusura i firmatari invitano ad un revisione al più presto delle politiche finanziarie e gestionali che dovrebbero caratterizzare i prossimi anni, che rischiano di portare al totale collasso tutto il sistema, aumentando il divario tra i pochi che hanno i soldi necessari per pagarsi le cure e coloro che possono invece contare solo su un ormai deficitario servizio pubblico.
Barbara Costamagna