La revoca del Cavalierato al maresciallo Tito è da decenni un cavallo di battaglia della destra in Italia: un impegno in questo senso era stato assunto anche dal governo, e questo passo era stato chiesto a gran voce anche nella recente cerimonia alla Foiba di Basovizza dal sindaco di Trieste Roberto Dipiazza.
Si tratta di un passo mai compiuto in Italia, anche perché è necessario modificare le norme, e consentire il ritiro di un’onorificenza per indegnità a una persona deceduta, che quindi non potrebbe fare opposizione.
Il primo passo ufficiale è avvenuto con il voto della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati, che ha approvato a larghissima maggioranza il testo base della proposta di legge per revocare l'onorificenza, il Cavalierato di Gran croce, concessa dall’Italia al capo di Stato della Jugoslavia nel 1969 dall'allora Presidente Giuseppe Saragat.
Il testo approvato prevede una modifica all’articolo 5 della legge 178, che regola l’onorificenza, prevedendo che incorra nella perdita del riconoscimento l’insignito “anche se defunto”, qualora si sia macchiato di crimini crudeli e contro l’umanità.
Il voto è stato accolto con soddisfazione dagli esponenti del centro destra: Riccardo De Corato, Vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali di Fratelli d’Italia ha detto di essere “molto orgoglioso” del voto a larghissima maggioranza del testo base, che permetterà di revocare l’onorificenza. “Sarebbe la prima volta - ha aggiunto, auspicando un rapido iter della norma - che viene tolta dal Parlamento italiano una simile onorificenza a un Capo di Stato che si è macchiato di sanguinari ed ignobili crimini”.
Alessandro Martegani