La candidatura della segretaria del Pd, Elly Schlein alle elezioni europee ha creato alcune divisioni nel partito.
Clima teso al Nazareno, in particolare per la proposta del presidente del partito, Stefano Bonaccini, di inserire il nome della segretaria nel simbolo, ipotesi che ha scontentato sia una parte della maggioranza che della minoranza, guidata dallo stesso Bonaccini; la decisione è stata quindi rinviata. In difesa di Schlein, il capogruppo al Senato, Francesco Boccia: "Penso che il nome della segretaria nel simbolo serva a confrontarsi con Giorgia Meloni e a garantire quel valore aggiunto che tutti riconoscono" a Schlein.
Meno problematica la compilazione delle candidature: i capilista sono Schlein al Centro e nelle Isole, la figlia del fondatore di Emergency, Cecilia Strada, al Nord ovest, Bonaccini al Nord est e la giornalista Lucia Annunziata al Sud. Fra i candidati, l'ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio, l'ex appartenente al Movimento delle Sardine Jasmine Cristallo, i sindaci Giorgio Gori, Dario Nardella, Matteo Ricci e Antonio Decaro, il primo firmatario della legge contro l'omofobia, Alessandro Zan, che corre in più circoscrizioni, l'ex segretario Nicola Zingaretti, il giornalista Sandro Ruotolo.
La candidatura della segretaria porta anche nuove polemiche con il Movimento 5 Stelle. Giuseppe Conte, presidente dei Pentastellati, ha affermato che correre "per acquisire qualche voto in più per noi è impensabile. Io non sarò candidato e il mio nome non sarà nel simbolo".
Dure anche le parole dell'ex segretario dem, attuale leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che sottolinea come Schlein "ha vinto le primarie parlando del partito del noi e attaccando la mia gestione. Oggi mette il suo nome nel simbolo a differenza di quello che feci io. E quelli che attaccavano me per eccesso di leaderismo oggi giustificano lei. Il Pd è diventato il Pds, Partito di Schlein. Chi vuole i partiti personali vota loro, chi vuole la politica vota gli Stati Uniti d’Europa", conclude Renzi nella sua enews.
Davide Fifaco