Gli scontri di Bologna di sabato scorso infiammano il dibattito politico in Italia. Il vicepremier e leader leghista, Matteo Salvini attacca gli antifascisti e dichiara: "Zecche rosse, comunisti, delinquenti, criminali da centro sociale. Non lo so, definiteli come volete voi, però quello che abbiamo visto a Bologna ed a Milano è qualcosa di indegno, di vergognoso che non si deve più ripetere. Chiederò una ricognizione di tutti i centri sociali di sinistra occupati abusivamente perché sono covi di delinquenti".
Anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è intervenuta sulla questione, affermando: "Ancora violenze e scontri generati dai collettivi, a Bologna, rivolti contro la Polizia di Stato. La mia totale solidarietà va agli uomini e alle donne delle Forze dell'Ordine, che con fermezza e professionalità hanno affrontato i soliti violenti, tra lanci di petardi e sassi, rischiando la loro incolumità. Spiace constatare che certa sinistra continui a tollerare e, talvolta, a foraggiare questi facinorosi, anziché condannare apertamente questi episodi e mostrare solidarietà a chi, ogni giorno, lavora per garantire la sicurezza di tutti".
La prima, dura, replica arriva dal sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che ha criticato la gestione dell'ordine pubblico, accusando l'esecutivo. "Il governo ha mandato le camicie nere a Bologna", dichiara Lepore, mentre i bolognesi chiedono "i fondi per l'alluvione, i fondi per le infrastrutture, i fondi per le forze dell'ordine che servono per fare il lavoro sul diritto alla sicurezza nella città".
Il primo cittadino felsineo poi aggiunge: "Nel comitato per l'ordine pubblico, parlandone con il prefetto, il vicequestore e tutti i rappresentanti delle forze dell'ordine, c'era contrarietà a svolgere questa manifestazione dei patrioti a pochi passi dalla stazione di Bologna. Poi evidentemente qualcuno da Roma ha chiamato e le cose sono cambiate".
Secondo la Silp Cgil, sindacato degli agenti, alcuni leader di estrema destra sarebbero stati sentiti - ed anche ripresi dalle telecamere dei telefonini - mentre impartivano "ordini". Per questo motivo è stato invocato immediatamente un intervento dell'ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.
Inoltre, è scontro anche tra Casapound ed Anpi, che insieme a rappresentanti del centrosinistra ha chiesto di sciogliere una volta per tutte le organizzazioni neofasciste. Il movimento di estrema destra ha annunciato che tornerà in piazza per replicare a uno 'stantio antifascismo istituzionale'. 'Non ci faremo intimidire', la risposta dell'Anpi.
Davide Fifaco