Il Governo italiano dopo il caso dei migranti fatti ritornare dall'Albania lascia traspirare l'idea che una parte di magistratura "politicizzata" voglia mettere i bastoni tra le ruote.
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni cita apertamente un passaggio di una mail del sostituto procuratore della Cassazione, Marco Patarnello, le cui parole sono: "Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte, e anche molto più pericolosa la sua azione la rilancia".
La premier commenta con un laconico: "Così un esponente di Magistratura democratica".
Nel frattempo, l'esecutivo sta preparando il decreto-legge con il quale intende proporre una soluzione al problema nato in seguito alla decisione del Tribunale di Roma che non ha convalidato il trattenimento dei migranti all'interno del Centro di permanenza per i rimpatri in Albania.
Il provvedimento renderà norma primaria, quindi non più secondaria come il decreto interministeriale, l'indicazione dei Paesi sicuri, ovvero quelli verso cui è più facile disporre i rimpatri.
Inoltre, secondo fonti della maggioranza, si sta lavorando anche per risolvere un'altra questione: quella dei ricorsi contro le decisioni sul trattenimento nei cpr, e si sta valutando di farlo con le Corti d'Appello.
Una possibilità introdotta con il recente decreto flussi per le richieste d'asilo e che ha generato l'allarme dei 26 presidenti delle Corti d'Appello, alle prese con organici ridotti e sovraccarico di cause.
Intanto il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, precisa che "la magistratura non ha compiti politici ma di rispetto dei diritti e delle garanzie delle persone" e denuncia "toni di aggressione al lavoro giudiziario che non hanno precedenti".
Santalucia aggiunge infine: "Nessun magistrato né l'Associazione nazionale magistrati ha mai detto di voler 'porre rimedio' all'azione del presidente del Consiglio. Non cerchiamo alcuna contrapposizione con l'esecutivo, ma viviamo una grande preoccupazione per gli attacchi rivolti ad alcuni uffici giudiziari per il semplice fatto di aver deciso secondo legge e diritto".
Davide Fifaco