Smart working e settimana lavorativa corta sono percepiti come strumenti utili per migliorare la qualità della vita, con benefici per la gestione della famiglia, la cura degli anziani e la salute. Secondo l'indagine, l'80% degli intervistati si è detto favorevole ad adottare la settimana corta. Il 48% del campione intervistato ha detto di avere figli: il 66% li gestisce autonomamente o con l'aiuto dei nonni, l'11% si affida a baby-sitter. Tre intervistati su quattro ritengono che la settimana corta possa generare benefici in questa direzione, dando la possibilità di gestire con maggiore autonomia i propri figli e migliorare l'equilibrio tra vita privata e professionale. Tra gli altri effetti positivi ci sarebbero la cura di famigliari anziani o disabili, ma anche l'avere più tempo per la cura della casa e per il benessere personale. Il desiderio di adottare la settimana lavorativa corta coinvolge quattro intervistati su cinque, mentre il 50% degli intervistati si è detto "molto interessato". Per adottarla sarebbero anche disposti ad accettare alcuni compromessi, come una maggiore flessibilità sull'orario di lavoro, un aumento della produttività e un minor numero di pause. Solo il 10% però sarebbe disposto a una leggera riduzione dello stipendio. Per quanto riguarda lo smart working invece è emerso che il 49% del campione preferisce il lavoro da remoto, mentre il 42% dall'ufficio. Tra i principali vantaggi del lavoro da casa è stata indicata la riduzione dei tempi di spostamento per raggiungere il luogo di lavoro, la gestione dell'equilibrio tra lavoro e vita privata, e la riduzione delle spese, tra viaggi e pasti. Gli intervistati hanno anche evidenziato dei possibili rischi legati allo smart working, tra cui l'isolamento sociale, la sedentarietà e la difficoltà di separare lavoro e vita privata.
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