Il prossimo appuntamento elettorale è quello delle europee di giugno, ma le forze politiche italiane sembrano guardare anche oltre, alle prossime scadenze amministrative che, a meno di un intervento del Parlamento, potrebbero non vedere in gara dei big della politica locale, a causa del limite dei due mandati per governatori e sindaci, fatta eccezione per i comuni sotto i quindicimila abitanti.
Il limite dei due mandati potrebbe ad esempio escludere dalla partita delle prossime elezioni regionali governatori del centro sinistra come Michele Emiliano in Puglia, Stefano Bonaccini in Emilia Romagna o Vincenzo de Luca in Campania, mentre dall’altra parte sono arrivati al limite Luca Zaia in Veneto, Giovanni Toti in Liguria e Massimiliano Fedriga in Friuli Venezia Giulia, tutti nomi che godono di un ampio consenso, con una rielezione certa, o altamente probabile, nel caso fosse concesso loro di ripresentarsi.
Proprio Fedriga, presidente della Conferenza delle regioni, è il governatore che più di altri sta lavorando per ottenere la possibilità di un terzo mandato perché, ha detto, "una scelta che faccia esprimere i cittadini è sempre una scelta che guarda a un processo democratico più forte e non più debole". Il limite di due mandati era stato inserito proprio al momento della riforma che ha portato all’elezione diretta di sindaci e governatori, per evitare una concentrazione di potere per un periodo troppo lungo nelle mani della stessa persona o maggioranza, ma proprio l’elezione diretta per Fedriga rappresenta un motivo per eliminare questa restrizione: “È alquanto particolare – ha detto - che a oggi un presidente del Consiglio, che non ha l'elezione diretta dei cittadini ma è deciso da un nucleo ristretto, che sono i parlamentari, sulla carta può essere eletto a vita, mentre dove c'è l'elezione diretta, ovvero tutta la base elettorale di una regione in questo caso, può decidere al massimo due mandati. Di solito la ristrettezza del numero di mandati si ha quando c'è un nucleo più piccolo che decide perché più facilmente condizionabile, non dove c'è la comunità generale: penso che limitare la possibilità di scelta dei cittadini non sia corretto”.
L’esempio spesso citato dal governatore del Friuli Venezia Giulia è quello di Luca Zaia, presidente del Veneto che nella sua regione ha ottenuto qualcosa come il 70 per cento dei consensi, ma al momento non potrebbe più ricandidarsi.
Il tema però non deve diventare un terreno di scontro politico, ha più volte sottolineato Fedriga, che ha anche auspicato che il dibattito sia rimandato a dopo le elezioni europee, per affrontare il tema con maggiore tranquillità.
Anche il Pd, interessato a ripresentare suoi governatori che hanno un grande consenso, ha aperto alla possibilità, ma la battaglia per ora sembra essere tutta interna al centro destra.
La Lega, nonostante la posizione di Fedriga, ha già presentato un emendamento in commissione Affari costituzionali del Senato che chiede di estendere ai governatori l'abolizione del limite a due mandati, e la sfida questa volta sembra essere con gli alleati di Fratelli d’Italia, che non vedono di buon occhio il monopolio nelle regioni del nord est della Lega, che sulla conferma delle candidature di Zaia e Fedriga ha già annunciato battaglia.
Luca Ciriani, ministro per i rapporto con il Parlamento ed esponente di Fratelli d’Italia ha detto che la questione del terzo mandato ai governatori allo stato proprio "non si pone", e ha lanciato la possibilità che a correre per la guida del Veneto possa essere un esponente del partito di Giorgia Meloni.
Alessandro Martegani