Le articolate attività hanno portato all’individuazione di 54 soggetti residenti in Campania, Puglia, Veneto, Sicilia, Calabria, Piemonte, Lombardia, Lazio, Toscana, Marche e Friuli Venezia Giulia. Sono state fatte delle perquisizioni personali e domiciliari che hanno consentito di raccogliere un’ingente mole di materiale probatorio, fondamentale per le successive fasi investigative. Le truffe individuate sono diverse, ma quelle più comuni riguardano i falsi operatori: i truffatori fingono di essere dipendenti bancari o operatori di polizia, contattano l’utente telefonicamente, lo avvertono di un accesso anomalo sul conto corrente e lo inducono a trasferire tutto il denaro su un altro conto ritenuto sicuro. C’è anche la “truffa del falso figlio”: in questo caso l’utente viene contattato da una persona che finge di essere il figlio o un parente che comunica di aver smarrito i propri documenti, il cellulare e il bancomat, così per acquistare il nuovo smartphone richiede l’invio di una somma di denaro. Non mancano gli annunci di vendita fraudolenti sui social network. Così i truffatori sfruttano le piattaforme online per pubblicare annunci fasulli riguardanti beni e servizi a prezzi vantaggiosi, inducendo gli utenti all’acquisto di prodotti inesistenti o di scarsa qualità. L’obiettivo comune a tutte queste attività illecite è quello di estorcere dati personali, bancari e le credenziali di accesso ai conti corrente delle “vittime”. I dati raccolti dalla Polizia postale e per la sicurezza cibernetica durante i primi sei mesi del 2024 evidenziano un aumento del 10% dei casi di truffa online e frodi informatiche, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le somme sottratte alle vittime hanno raggiunto la cifra di 114 milioni di euro, con un incremento del 71% rispetto al primo semestre del 2023.
B.Ž.