I media libanesi riferiscono di due attacchi aerei israeliani nei pressi delle città di Houla e Markaba, nella parte meridionale del Paese. Uccisa una persona mentre i feriti sarebbero quattro. Lo scrive il Times of Israel, che cita il sito di notizie palestinese Quds, aggiungendo che al momento non sono disponibili ulteriori chiarimenti. Precisano che queste aree sono zone che l'esercito di Tel Aviv ha preso di mira più volte negli ultimi nove mesi e che "non sembra che sia questa la risposta di Israele all'attacco di Hezbollah su Majdal Shams". L'attacco di sabato sulle alture occupate del Golan, in cui sono rimaste uccise almeno 12 persone, ha messo fine in anticipo alla visita di Netanyahu negli Stati Uniti. Al suo rientro in Patria ha nuovamente ritenuto il movimento sciita libanese Hezbollah responsabile dell'attacco e lo ha minacciato di "un prezzo elevato che non ha mai pagato prima." Hezbollah ha prontamente risposto negando ogni responsabilità sull'accaduto. In merito, i membri del gabinetto israeliano, dopo una riunione di quattro ore hanno autorizzato il Primo Ministro e il ministro della Difesa Yoav Galant a decidere le modalità e i tempi della risposta all'organizzazione terroristica. Lo ha dichiarato l'ufficio del Premier. Immediata la replica del movimento che ha messo prontamente in guardia l'esecutivo israeliano: Il portavoce Jaafar Husseini, ha avvertito Israele, affermando che se osa intensificare gli attacchi sarà a suo discapito. Secondo i media Husseini ha aggiunto che "Qualsiasi operazione israeliana non sarà nell'interesse del suo malvagio sponsor: l'America. Osate e le nuove regole di ingaggio non saranno a vostro favore." Nel frattempo, alcuni voli all'aeroporto di Beirut sono stati cancellati o ritardati per motivi di sicurezza insieme a un gran numero di rappresentanze diplomatiche che sta diffondendo avvisi ai propri cittadini, raccomandando la prudenza e un eventuale allontanamento dalle zone a rischio.
Timore quindi per un allargamento del conflitto; tra gli altri, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in merito ai recenti sviluppi ha nuovamente criticato la gestione del Premier israeliano definendolo un “malato di mente.” In occasione di una convention del suo partito, ha lasciato intendere che sarebbe pronto a invadere Israele per porre fine al conflitto palestinese se il suo Paese avesse una forza di armi sufficiente. "è stata fatta molta strada nel settore dell'industria della difesa ma dobbiamo continuare ad essere forti" ha detto. Immediata la replica di Tel Aviv che accusa il Presidente turco di seguire le orme dell'ex dittatore iracheno Saddam Hussein e promette di agire in caso di attacco. Ricordiamo che in passato la Turchia era uno storico alleato di Israele ma poco dopo il 7 ottobre ha interrotto le relazioni diplomatiche in solidarietà ai palestinesi.