Dopo giornate di preghiere e commemorazioni in suo onore, la salma di Haniyeh è stata seppellita nel cimitero reale di Lusail, a nord di Doha, in Qatar. Come riporta l'emittente Al Jazeera, il feretro del leader di Hamas, avvolto dalla bandiera palestinese, è stato portato in mezzo alla folla per l’ultimo saluto, insieme a quello della sua guardia del corpo, uccisa nello stesso attacco. Successivamente è stato traslato al cimitero nella locale moschea, seguito alla presenza di dignitari statali dei paesi islamici e dei leader delle fazioni palestinesi, compresa Fatah. Per l'occasione, Turchia e Pakistan hanno annunciato una giornata di lutto, mentre Hamas ha chiesto una "giornata di rabbia furiosa.” Durante il rito, seguito da migliaia di cittadini, è stato chiesto più volte di pregare per l’anima di Haniyeh nei luoghi di culto islamico in tutto il mondo. Ribadita dai presenti la voglia e il dovere di vendetta. Non sono poi mancate le critiche rivolte allo Stato ebraico, colpevole, secondo il movimento dell’accaduto. Tel Aviv non ha però né rivendicato né smentito la responsabilità della morte.
Nel frattempo, il Ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha convocato il numero due dell'ambasciata turca in Israele per protestare la decisione della rappresentanza diplomatica a Tel Aviv di esporre la bandiera a mezz'asta a seguito dell'uccisione del leader: "Israele non accetterà manifestazioni di partecipazione al lutto per un assassino come Haniyeh. Se volete piangere fatelo in Turchia dal padrone Erdogan, il quale abbraccia l'organizzazione terroristica e ne sostiene le azioni sanguinarie.” Cresce intanto il numero di Nazioni con le relative rappresentanze che esorta i propri cittadini a non recarsi in Medio Oriente e di spostarsi dalle zone pericolose. Il Ministero degli Esteri sloveno ha sconsigliato i viaggi in Israele perché "c'è il rischio di attacchi missilistici dal Libano e da Gaza e la possibilità di un'escalation delle tensioni. Il pericolo di attacchi e minacce dall'Iran è aumentato." Numerose anche le compagnie aree come Ita-Airways che hanno deciso di sospendere i voli da e verso le zone interessate dal conflitto.