La società nucleare russa Rosatom ha accusato le forze ucraine di aver causato intenzionalmente l'incendio che ha danneggiato una delle torri di raffreddamento dell'impianto. L'agenzia russa ha definito l'attacco un atto di terrorismo, evidenziando una presunta campagna di assalti contro la centrale e la città vicina. Accuse immediatamente respinte da Kiev: che accusa la Russia di fare lo stesso, afferma. La struttura lo ricordiamo, situata nel sud del Paese invaso, è attualmente sotto occupazione russa. Le possibili cause del rogo, secondo Kiev, sono frutto della "negligenza" o "un atto deliberato da parte degli orchi." Gli ucraini sostengono che l'utilizzo della centrale come base militare costituisca una minaccia globale, aumentando il rischio di un disastro ancora maggiore. Solo restituendo la centrale all'operatore ucraino, secondo Kiev, si potrà garantire la sicurezza e il buon funzionamento dell'impianto. Nonostante le preoccupazioni da parte del mondo politico internazionale, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha assicurato che al momento non c'è alcun impatto sulla sicurezza nucleare; non vi sono minacce di inquinamento da radiazioni per la popolazione. In seguito ai recenti sviluppi, Zelensky ha rinnovato la sua richiesta ai partner di eliminare ogni restrizione all'impiego di armamenti occidentali, al fine di poter condurre operazioni anche all'interno del territorio russo. In merito il Ministro degli esteri italiano, Antonio Tajani ha riconfermato il suo appoggio al Paese, tuttavia si è opposto all'impiego di armamenti italiani in territorio russo e all'invio di contingenti militari occidentali. Nel frattempo, sono diversi i Paesi che stanno esortando le due parti ad abbassare i toni: la Cina, nel tentativo di placare le tensioni in Ucraina, ha ribadito la sua posizione neutrale, invitando sia Mosca che Kiev a rispettare i principi fondamentali della de-escalation. Pechino ha sottolineato l'importanza di evitare qualsiasi azione che possa intensificare il conflitto e ha ribadito il suo impegno nel facilitare un dialogo costruttivo volto alla pace.
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