Una situazione grave che va assolutamente fermata. È questo il riassunto degli incessanti appelli lanciati dal mondo politico internazionale. Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite non ha risparmiato le critiche a Israele, responsabile di aver violato ulteriormente il diritto internazionale e aggravato la situazione già "esplosiva" in Cisgiordania dove ieri ha preso d’assalto diverse città provocando la morte di almeno 10 persone e ferendone molte altre. Evoluzioni pericolose da interrompere nell’immediato ha dichiarato ancora Guterres, il quale ha chiesto nuovamente a tutte le parti coinvolte di deporre le armi per il bene di tutti, soprattutto dei civili che meritano la massima protezione. Lo Stato ebraico però non arretra e tramite il suo ambasciatore risponde: “Non staremo a guardare bus e bar che esplodono. Il nostro obiettivo è prevenire il terrorismo." L’esecutivo ha infatti più volte dichiarato che finche’ tutte le centrali di comando di Hamas e delle altre organizzazioni paramilitari non verranno sradicate, il Paese continuerà a portare avanti il conflitto. L’ONU ha poi segnalato la complessità di garantire la sicurezza delle operazioni umanitarie a causa della persistente minaccia di esplosivi nelle zone in cui opera. A fianco dello Stato ebraico, gli USA e l’Unione europea che nonostante il sostegno hanno bacchettato Netanyahu dicendogli di dover compiere maggiori sforzi per tutelare la popolazione. In merito ai recenti sviluppi l’Alto rappresentante dell’Unione Josep Borrell poco prima del vertice dei Ministeri degli esteri a Bruxelles ha proposto sanzioni contro alcuni membri del governo israeliano, tra cui quelli di estrema destra Bezalel Smotrich e Itmar Ben-Gvir per aver lanciato messaggi d’odio e incitato a commettere crimini di guerra contro i palestinesi. Ha sottolineato che durante l’incontro non verranno prese decisioni, ma ha spiegato di aver avviato le procedure per aprire una discussione sulla disponibilità degli Stati membri in merito.
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