Foto: AP
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Dopo il Canada e il canale di Panama, il neo Presidente statunitense Trump ha aperto un nuovo clamoroso fronte diplomatico internazionale. Trump ha messo in dubbio la proprietà della Groenlandia, l'estrema propaggine del continente nordamericano verso l'Europa, formalmente controllata dalla Danimarca. Nel corso dell'annuncio della scelta di Ken Howery quale nuovo ambasciatore statunitense in Danimarca, Trump ha precisato che ai fini della sicurezza nazionale e della libertà in tutto il mondo Washington ritiene che la proprietà e il controllo della Groenlandia siano una necessità assoluta. Durante il suo primo mandato Trump dichiarò che stava valutando l'acquisto della Groenlandia e annullò una visita di Stato in Danimarca dopo che i funzionari danesi avevano dichiarato che il territorio autonomo che fa parte del regno non era in vendita. Negli ultimi anni la Russia ha tentato di rivendicare territori fino alla zona economica esclusiva groenlandese, e questo dettaglio evidenzia che dietro alle mire della Casa Bianca vi siano questioni economiche e geopolitiche. Oltre alle mire su Canada e Groenlandia la settimana scorsa Trump ha dichiarato che Washington potrebbe riprendersi il canale di Panama se le autorità del Paese non abbasseranno le tasse di transito per le navi statunitensi. Gli Stati Uniti hanno ceduto a Panama il controllo del canale nel 1999, è la seconda linea di navigazione artificiale più trafficata al mondo dopo Suez e vede un flusso commerciale di oltre 270 miliardi di dollari. Trump ha chiarito che se i principi morali e legali della cessione non verranno rispettati, in particolare la neutralità, verrà chiesta la sua restituzione. Tuttavia negli ultimi anni la Cina ha investito molto nel canale, e questa presenza ha fatto sollevare preoccupazioni sulla neutralità dell'infrastruttura e dell'area in quanto Panama ha interrotto nel 2017 le relazioni diplomatiche con Taiwan per avviarle con Pechino.

Franco de Stefani