I crimini commessi in Israele e Palestina dal 7 ottobre dello scorso anno devono essere perseguiti in modo indipendente e imparziale, a prescindere da chi siano gli autori. Ad affermarlo è il Ministero degli Esteri sloveno in una nota in cui si congratula con la Corte Penale Internazionale per i progressi compiuti nelle indagini sui crimini compiuti in Palestina. Accertare le responsabilità risulta fondamentale per prevenire future atrocità e garantire la pace, ha scritto ancora il dicastero. Sostegno alla decisione del procuratore Karim Khan è stato espresso anche dal Belgio. La richiesta verrà valutata nelle prossime settimane da un collegio di giudici. Nello specifico, le accuse a carico del capo di Hamas e altri due alti funzionari del gruppo militante palestinese riguardano sterminio, omicidio, presa di ostaggi e violenze durante la detenzione, mentre quelle rivolte a Netanyahu e Gallant consistono nell'aver causato lo sterminio, l'aver usato la fame come metodo di guerra, inclusa la negazione degli aiuti umanitari, e nell'aver colpito deliberatamente i civili nel corso del conflitto. Durissima la reazione israeliana, secondo cui si tratterebbe di una richiesta scandalosa. Il ministro del Gabinetto di guerra, Benny Gantz, ha definito "un crimine storico" la posizione del pubblico ministero dell'Aia, sottolineando come Israele abbia intrapreso la strada più giusta rispondendo con la guerra al massacro dei suoi cittadini. Dello stesso avviso anche i massimi esponenti di Hamas, secondo cui la decisione del procuratore Khan equipara la vittima al carnefice e incoraggia la continuazione del conflitto.
M.N.