Foto: Reuters
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Il movimento libanese Hezbollah ha spiegato che decine di razzi Katyusha sono stati lanciati contro Beit Hilel, nel nord di Israele in risposta agli attacchi di quest'ultimo a Kfar Kela e Deir Siriane in Libano, che hanno causato il ferimento di molti civili. "Aerei da caccia dell'aeronautica militare israeliana hanno attaccato obiettivi terroristici di Hezbollah nell'area libanese, comprese infrastrutture ed edifici militari", aveva annunciato in precedenza il portavoce delle forze armate di Tel Aviv che ha anche parlato di colpi di artiglieria pesante per "rimuovere" la minaccia. Una promessa di vendetta che in queste ore sta diventando sempre più concreta; Hezbollah subito dopo l'omicidio del leader di Hamas, Ismail Haniyeh aveva riferito di essere al fianco di Teheran per contrastare l'atteggiamento di odio e guerra israeliano. L'Iran, attraverso una nota ha ribadito la pericolosità che Israele rappresenta: "La nostra determinazione è seria nel ritenere il regime israeliano responsabile dei suoi crimini" è stato detto. Nel frattempo, a Holon, città a sud di Tel Aviv quattro persone sono state aggredite da un giovane palestinese armato di coltello in quello che è stato definito "un attacco terroristico.". A morire una donna di settant'anni anni e un uomo di ottanta, mentre i due feriti sono stati trasportati d'urgenza in ospedale. Il responsabile è stato ucciso dai poliziotti, che stanno ancora setacciando l'area alla ricerca di altri complici coinvolti. Anche nella Striscia di Gaza la situazione non migliora con un bilancio che sfiora le ormai 40.000 vittime. Nelle scorse ore sarebbero 17 i nuovi morti accertati dalle autorità, uccisi in un istituto scolastico nel centro dell'enclave. L'IDF ha confermato l'accaduto riferendo della presenza di Hamas al suo interno. Il movimento però respinge le accuse. Tensioni che non accennano a placarsi con l'invito ai cittadini stranieri a lasciare le zone a rischio. Numerosi gli Stati che raccomandano assoluta moderazione per evitare lo scoppio di una guerra che potrebbe portare a conseguenze devastanti. Aumenta intanto anche il numero di compagnie aree che evitano di atterrare in alcune aree mediorientali, cancellando e sospendendo i voli.