Il Presidente Joe Biden ha espresso al premier israeliano Benjamin Netanyahu la necessità di "finalizzare presto l'accordo di tregua il prima possibile e portare a casa gli ostaggi". Lo fa sapere la Casa Bianca riferendo dell'incontro fra i due leader a Washington. Gli Stati Uniti, ha detto ancora Biden, rimarranno sempre al fianco di Israele e garantiranno sempre il suo diritto a esistere. Il Capo di Stato ha però chiesto il massimo impegno a favore dei civili palestinesi. Netanyahu ha fatto sapere di voler lavorare insieme a Biden “nei prossimi mesi fino alla fine del suo mandato” e di aver percepito “speranza e ottimismo” durante il colloquio con lui.
Poco dopo la loro conversazione durata all’incirca 40 minuti, in separata sede, il Premier di Tel Aviv ha incontrato anche la vicepresidente Kamala Harris, candidata in pectore alle prossime elezioni. In primo piano, ovviamente, il conflitto mediorientale. "Un incontro costruttivo. Israele ha diritto a difendersi ma è importante il come" ha detto Harris auspicando a breve la fine delle ostilità. Ha espresso poi "seria preoccupazione" per le sofferenze a Gaza. Rimarcato il suo sostegno alla soluzione a due Stati poiché è l’unica strada che può garantire pace e sicurezza a entrambi i popoli. Un incontro che però ha suscitato polemiche: le dichiarazioni della vice di Biden riguardo alla "grave crisi umanitaria" e alla necessità di "porre fine alla guerra" sono state criticate da un funzionario israeliano, il quale ha definito tali affermazioni come dannose per le trattative sul rilascio degli ostaggi e ha suggerito che dovrebbero essere respinte. Ha avvertito che queste parole potrebbero condurre Hamas a inasprire le proprie richieste e compromettere il lavoro svolto finora. Infine, prima di tornare in Patria, in giornata Netanyahu incontrerà in Florida, su sua esplicita richiesta, il candidato Trump. Il tycoon ha dichiarato che il Premier sta perdendo la “guerra nelle pubbliche relazioni” sulla guerra di Gaza e che è imperativo che la concluda al più presto.