La regione di Kursk è in stato di massima allerta a seguito dell'assalto delle forze armate ucraine. A differenza dei precedenti tentativi di penetrazione, spesso condotti con il supporto di gruppi di resistenza, l'ultimo attacco ha visto un dispiegamento di forze notevolmente superiore: circa 300 soldati e una ventina di veicoli blindati. Di fronte a questa minaccia inaspettata e di grande portata, le autorità militari russe hanno dovuto mobilitare riserve e schierare l'aviazione per neutralizzare i mezzi corazzati nemici. Questo nuovo episodio rappresenta un pericoloso inasprimento delle tensioni, con ripercussioni potenzialmente devastanti sull'intera area. Secondo alcuni seguiti canali Telegram russi a sostegno dell'invasione, le truppe ucraine hanno continuato ad avanzare in profondità nella regione di confine. Dure le parole del Presidente Vladimir Putin, che durante una riunione di gabinetto, ha lanciato nuove accuse contro l'Ucraina, definendo l’assalto una "provocazione su larga scala" finalizzata a destabilizzare la Russia. L'attacco, che ha causato la morte di cinque civili e il ferimento di 30 persone è stato condannato con fermezza dal Cremlino, che ha parlato di un ennesimo atto terroristico da parte del “regime ucraino.” A tal proposito il Comitato Investigativo di Mosca ha aperto un'inchiesta penale sull'accaduto. Nel frattempo, il mondo politico internazionale esprimendo preoccupazione ha sollecitato le parti ad abbassare i toni; Mosca però non ci sta e assicura di rispondere in modo adeguato. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev ha lanciato una minaccia esplicita nei confronti dell’avversario, chiedendo una massiccia espansione dell'offensiva militare. Ha esortato ad abbandonare gli obiettivi iniziali dell'operazione militare speciale, ovvero la "denazificazione" e la "smilitarizzazione" delle regioni separatiste del Donbass, per abbracciare un progetto di conquista più ampio e ambizioso. L'obiettivo dichiarato è la conquista di Kiev e di altre importanti città del Paese: “Dobbiamo schiacciare e sconfiggere il nemico senza pietà” ha affermato Medvedev. Ci fermeremo - ha concluso - solo quanto lo riterremo accettabile e vantaggioso.
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