Il sindacato della Samsung Electronics, che rappresenta decine di migliaia di lavoratori in Corea del Sud, ha dichiarato di voler prolungare a tempo indeterminato lo sciopero, inizialmente previsto di tre giorni, nel tentativo di costringere i dirigenti dell'azienda a negoziare. In un comunicato il sindacato ha reso noto che a partire dal dieci luglio lo sciopero sarà a tempo indeterminato dopo avere appreso che la direzione non è disposta a dialogare. Lo sciopero è parte di una lunga battaglia su salari e benefit. Il sindacato conta oltre trenta mila iscritti, oltre un quinto dell'intera forza lavoro totale dell'azienda. I sindacalisti hanno incolpato i dirigenti di avere ostacolato lo sciopero affermando che non erano disposti al dialogo, e hanno esortato un maggior numero di lavoratori a partecipare, compresi quelli che stanno esitando, indicando che la determinazione è necessaria per portare avanti gli obiettivi, per proteggere i diritti e creare un futuro migliore. Il sindacato è in trattativa con la direzione dal gennaio scorso, ma le due parti non sono riuscite a ridurre le differenze. I lavoratori hanno rifiutato l'offerta di un aumento salariale del 5,1 per cento mentre il sindacato ha precedentemente esposto le sue richieste tra cui il miglioramento delle ferie annuali e la trasparenza dei bonus basati sui risultati. Si tratta della prima azione collettiva nell'azienda, rimasta decenni senza sindacalizzazione. Il fondatore dell'azienda Lee Byung Chul si opponeva fermamente ai sindacati, e il primo di essi è stato costituito alla fine degli anni 2010 dopo la sua morte. Samsung è il più grande produttore di chip di memoria al mondo e rappresenta una fetta significativa della produzione globale di chip di fascia alta. Recentemente l'azienda ha previsto un aumento di oltre 15 volte gli utili operativi grazie alla crescente domanda di intelligenza artificiale generativa.
Franco de Stefani