Un problema, quello rilevato nel rapporto pochi giorni fa dall’organizzazione Save The Children che non va sottovalutato. Tra i minori vittime di schiavitù moderna – si legge nella relazione- 3,3 milioni sono costretti a lavorare, principalmente nel settore domestico, agricolo, manifatturiero e edile. Un numero significativo, pari a 320mila, è poi vittima di lavoro forzato imposto da governi autoritari, coinvolgendo detenuti, dissidenti politici e minoranze. Molti i giovanissimi, quasi 9 milioni, costretti ai matrimoni combinati forzati con una maggiore incidenza in Asia Orientale. La maggior parte di queste unioni è organizzata dai familiari e si verifica in contesti di grande vulnerabilità, come la servitù domestica, dove le giovani spose sono spesso soggette a sfruttamento. “Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a un fenomeno del genere, un dramma diffuso nel mondo", ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei programmi Italia-Europa ric dell’organizzazione. Un dossier che vuole mettere in luce non solo “semplici” numeri bensì le storie strazianti di bambini e ragazzi vittime di un crimine atroce: la tratta di esseri umani. Giovani privati dell'infanzia da chi avrebbe dovuto proteggerli che ha abusato della loro fiducia e infranto le loro speranze. Un rapporto che racconta solo una minima parte, la "punta dell'Iceberg", di un problema sommerso e ampio. Save the Children con le sue molteplici attività vuole sottolineare l'importanza di un'azione continuativa e capillare da parte delle istituzioni e della società per contrastare questo fenomeno e sostenere le giovani vittime nel costruire un futuro libero.
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