Si apre a Rio de Janeiro, in Brasile, il G20 che vede nuovi equilibri mondiali. Nella città imponenti le misure di sicurezza per un vertice particolarmente importante in un momento di forti tensioni e crisi internazionali. Sono previste tre sessioni di lavoro in due giorni, con le prime due dedicate alla lotta alla fame e alla povertà e alla riforma della governance internazionale, mentre la terza sarà incentrata sullo sviluppo sostenibile e sulla transizione energetica. Il G20 è il primo incontro dei leader mondiali ad alto livello dopo le elezioni negli Stati Uniti. L'attenzione rimane puntata su Washington dopo la vittoria di Trump e con il Presidente uscente Biden che giunge in Brasile con poco da offrire. Secondo gli analisti gli Stati Uniti non possono smettere di espandere la loro influenza consolidando le alleanze già esistenti, inoltre vi è una pressione molto forte da parte della Cina e della Russia che attraverso i BRICS intendono aumentare il loro peso specifico. In quest'ottica il mondo sta tornando a un sistema di zone di influenze regionali e Washington necessita di riposizionarsi per non perdere terreno. Il Sud globale, protagonista a Rio, non rappresenta un blocco monolitico e supera l'idea dei Paesi emergenti, infatti i leaders cercano di trarre vantaggi specifici tra sfide e opportunità incrociate e, secondo le circostanze, possono allinearsi al blocco euro-atlantico o a quello formato da Cina e Russia, fatto che impedisce la formazione di due schieramenti antagonisti che potrebbe portare a un conflitto globale. Sono già al lavoro gli sherpa per giungere a una dichiarazione finale del G20 con l'obiettivo di raggiungere un linguaggio condiviso in particolare sui dossier di geopolitica, sicurezza alimentare, debito e tassazione internazionale, clima ed energia e intelligenza artificiale. Le divergenze in particolare si registrano sui temi di geopolitica dove vi e' una grande differenza tra i Paesi sulla guerra in Medio Oriente e in Ucraina.
Franco de Stefani