Ogni anno si sceglie un confine diverso per celebrare la collaborazione tra i sindacati di Italia e Slovenia. Per questa edizione si è tornati a Gorizia, a vent'anni dal grande evento per l'entrata della Slovenia in Europa e la caduta del confine con l'Italia.
Una frontiera che purtroppo ultimamente è tornata ad essere chiusa, con i controlli delle forze della polizia contro l'immigrazione clandestina. Controlli di dubbia utilità e con 'unica certezza di creare disagi quotidiani ai lavoratori frontalieri, hanno sottolineato i rappresentanti sindacali dei due Paesi coinvolti, nell'incontro all'Università di Nova Gorica al quale, tra gli altri, hanno partecipato anche il sindaco Samo Turel ed in rappresentanza di Rodolfo Ziberna, il consigliere comunale di Gorizia Giulio Daidone.
Ma un altro importante evento si svolgerà fra due giorni a Monfalcone: la manifestazione nazionale italiana per il Primo Maggio, come ci ha spiegato presidente del Consiglio Sindacale Interregionale del Friuli-Venezia Giulia/Slovenia, Roberto Treu: “Dovevamo fare anche quella a Gorizia, ma come sapete la piazza Transalpina è inagibile e si è scelto di farla a Monfalcone, sempre nella provincia di Gorizia, ma con lo spirito di ricordare quell’avvenimento di vent’anni fa e quelle speranze che si erano aperte. Ma anche a segnare quelli che sono i problemi che riguardano tutti i lavoratori italiani e sloveni in questa fase di inflazione, di crisi economica, di peggioramento della sanità, di inadeguatezza delle pensioni: questi sono i temi che riguardano la vita sociale in Europa. Io ricordo che l'Europa ha un modello unico nel mondo, che è proprio quello di mettere insieme all’unità economica monetaria, anche questa della gli aspetti sociali e noi chiediamo che con queste elezioni ci sia un rilancio dei temi dell'Europa sociale".
La manifestazione va un po’ anche contro l'ideologia delle chiusure che sta promuovendo il sindaco di Monfalcone.
"Beh, sicuramente. Noi siamo contrari a queste chiusure, a queste discriminazioni per religioni o per razze. Il problema è fare una politica di inclusione perché, se fai una politica di inclusione ed impieghi le persone, non solo lei integri, ma dai anche sostegno allo sviluppo economico. Del resto, proprio a Monfalcone ci sono migliaia di lavoratori del Bangladesh, del Pakistan, dell'India, eccetera, che lavorano in Fincantieri, senza i quali non saremmo stati in grado di costruire alcuna nave".
Davide Fifaco