Un aumento della popolazione dei roditori nelle foreste croate e slovene, anche quelle al confine con l’Italia, potrebbe essere la causa della crescita dei contagi da Hatavirus che si sta registrando nella regione. I casi emersi in Slovenia sono attualmente due centinaia, mentre in Croazia una ventina. Ieri a Gorizia è stato individuato il primo paziente contagiato da questo virus che viene trasmesso dalle arvicole quando l’uomo entra a contatto con i loro escrementi o la loro saliva, causando febbre emorragica accompagnata da sindrome renale.
Fortunatamente per ora il contagio si ferma al cosiddetto spillover, ossia al passaggio dall’animale all’uomo, e non risulta infettivo tra essere umani. Per questo le autorità hanno invitato a prestare attenzione all’igiene delle mani durante le escursioni e ad evitare di toccarsi bocca o occhi dopo aver appoggiato le mani nell’area circostante.
Una diffusione dovuta ad una serie di fattori che hanno influito sulla riproduzione di questa specie di roditori, che questo inverno hanno trovato le condizioni ideali per la loro proliferazione, che tra l’altro può contare anche sulla diminuzione di predatori naturali come serpenti o rapaci.
L’andamento del virus è ciclico e vede una crescita ogni due anni per poi scomparire nelle foreste. In Europa sono presenti diversi hantavirus, ognuno trasmesso da un roditore specifico. I casi si manifestano durante tutto l’anno, con picchi in gennaio e in luglio-agosto: sono più colpite le persone adulte di sesso maschile; mentre pochi sono i casi segnalati tra i bambini.
Barbara Costamagna