Oggi è il giorno della verità sul futuro del ministro della Salute, Danijel Bešič Loredan, che riferirà in parlamento sulla scelta forzata di rassegnare le dimissioni meno di una settimana fa. Solo pochi giorni prima di apporre la firma sulla lettera vergata da Robert Golob in persona, era stato proprio il premier a difenderne l'operato durante la riunione a Brdo presso Kranj di Movimento Libertà, il partito di maggioranza fra le cui fila Bešič Loredan siede in parlamento, forse ancora per poco.
Per Golob la difesa a oltranza del ministro della Salute era anche una difesa di sé stesso, che lo aveva scelto, del suo esecutivo, che sulla riforma del sistema sanitario si gioca molti equilibri non solo all'interno della maggioranza, e appunto del suo partito, che in campagna elettorale si era speso molto sulla questione, ribadendo poi il concetto nel giorno della riunione a Brdo, anche se poco o nulla era filtrato in via ufficiale.
In attesa delle parole di Bešič Loredan, in programma alle 15 all'Assemblea nazionale, è possibile ipotizzare che seguiranno anche le dimissioni da deputato del Movimento. L'agenzia di stampa STA nei giorni scorsi ha riportato le dichiarazioni del capogruppo parlamentare di Movimento Libertà, Borut Sajovic, che con prudenza ha auspicato il mantenimento dello status quo nello scacchiere parlamentare almeno fino all'autunno. Il suo posto all'Assemblea nazionale dovrebbe essere preso dall'ex sindaco di Nova Gorica e ministro senza portafoglio degli Sloveni nel mondo, Matej Arčon, figura di spicco del partito e fedelissimo del premier. Del futuro della riforma sanitaria si sa poco, solo che l'interim del ministero competente è ora nelle mani del premier Golob. Ed è difficile ipotizzare che ne sapremo di più nel giorno del commiato di Bešič Loredan.
Valerio Fabbri