La Slovenia vieta l'utilizzo del suo spazio aereo a tutti gli apparecchi registrati in Russia e a quelli degli operatori con sede nella federazione e autorizzati dall'autorità russa competente. Lo ha deciso il governo ad una riunione per corrispondenza, a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina. La misura ha effetto immediato e rimarrà in vigore fino a quando non cesseranno i motivi fa sapere l'esecutivo. Come riporta il comunicato, la decisione è in linea con il primo comma dell'articolo 11 della legge sull'aviazione civile, per garantire gli interessi di difesa della Slovenia in relazione all'attuale crisi in Ucraina. L'ente per il controllo del traffico aereo si assumerà l'impegno di far rispettare la misura verificando che non vengano autorizzati piani di volo di aerei russi nello spazio aereo nazionale. Già venerdì il governo aveva deciso di limitare il traffico aereo locale, permettendo in questo modo agli apparecchi militari dei paesi alleati di sorvolare liberamente lo spazio aereo sloveno, nel caso di dispiegamento di forze aggiuntive nell'est Europa. Il governo ha inoltre deciso che nel 2022 la Slovenia destinerà un contributo umanitario di 100.000 euro al Comitato internazionale della Croce Rossa per aiutare la popolazione ucraina. fornendo assistenza medica, accesso all'acqua e altri servizi di base, ha affermato in una nota il ministero degli Esteri sloveno. Nei giorni scorsi la Slovenia ha già fornito assistenza all'Ucraina per un valore di 163 mila euro, nel quadro del meccanismo di protezione civile dell'UE. Si è fatto intanto sentire l'istituto sloveno per la pace, evidenziando delle analogie con la guerra in Bosnia ed Erzegovina, che ebbe conseguenze di vasta portata per la regione e per il mondo. "A quel tempo pensavamo che una cosa del genere non potesse più accadere in Europa. Con l'attacco della Russia all'Ucraina, tutte le ipotesi di pace e sicurezza europee sostenute dalla NATO sono state infrante e stiamo tornando a un periodo di guerra ibrida", rileva l'Istituto. "Siamo inorriditi e condanniamo fermamente questa invasione completamente illegale e inaudita nel territorio di un altro paese, le minacce esplicite di ricorso alle armi nucleari, l'attacco violento e la distruzione dell'Ucraina. Chiediamo quindi", sottolinea l'Istituto, "la fine immediata degli attacchi e delle violenze e il ricorso urgente al tavolo dei negoziati per risolvere i problemi".
Delio Dessardo