Sostengo unanime del Comitato, riunitosi a porte chiuse, alla relazione del ministro degli Esteri, Anže Logar. “Una seduta costruttiva nel corso della quale ho illustrato dettagliatamente le attività svolte finora e quelle programmate per il futuro”, ha spiegato il capo diplomazia al termine della riunione esprimendo soddisfazione per il largo consenso ottenuto.
Opinione condivisa pure da Monika Gregorčič del Partito del Centro Moderno che preside l’organismo parlamentare. “Abbiamo accolto tre conclusioni relative all’attività svolta finora, alla strategia adottata dalla Slovenia nel proseguimento del dialogo con l’Italia e la Croazia e all’inclusione degli altri ministeri nella complessa questione”, ha affermato la Gregorčić.
Logar, dal canto suo, ha espresso soddisfazione per l’inclusione di Lubiana nelle trattative italo-croate sulla costituzione delle ZEE. Egli ha spiegato che alla trilaterale del 19 dicembre scorso a Trieste non c’è stata la firma di una dichiarazione sulla tutela dell’Adriatico, inizialmente prevista, perché l’incontro stesso rappresenta la piattaforma per una futura collaborazione politica e scientifica. “Già nel corso della settimana le attività saranno armonizzate a livello ministeriale sloveno e quindi ci sarà a Roma un incontro trilaterale di esperti; seguirà un nuovo incontro tra i ministri degli Esteri e quindi quello finale tra i premier dei tre paesi”, ha spiegato Logar affermando che il tutto - situazione pandemica permettendo - dovrebbe avvenire entro la fine di gennaio. Il capo diplomazia, oltre che a sottolineare l’importanza della Dichiarazione per la Slovenia è tornato a ricordare che il mare Adriatico è un mare che unisce e che al tavolo comune vanno risolti tutti i dilemmi e le questioni di interesse comune. “Nessuna preoccupazione nemmeno per quanto riguarda la Croazia”, ha fatto capire Logar. “La paura che la proclamazione delle ZEE cancelli il mare aperto o che magari qualcuno blocchi le navi indirizzate al porto di Capodistria sono inutili perché nessun paese è intenzionato a violare una delle libertà fondamentali dell’Unione Europea”, ha concluso Anže Logar.
(lpa)