Da mercoledì, ad eccezione delle categorie a rischio, il test PCR verrà somministrato solamente per confermare la positività ai test autodiagnostichi e ai test rapidi, lo ha spiegato il segretario di stato Franc Vindišar precisando che i test PCR a pagamento saranno eseguiti dai privati. Il nuovo protocollo prevede che le persone che non manifestano sintomi devono eseguire il test rapido oppure quello fai da te. In caso di positività queste persone verranno invitate a fare il PCR esibendo però nei punti selezionati la fotografia del test rapido e un documento personale. Le persone che manifestano, invece, infezioni alle vie respiratorie verranno suddivise in due gruppi: il primo comprenderà le persone a rischio, ovvero malati cronici, immunodepressi e donne incinte nonché bambini, i quali contatteranno il medico di famiglia, il quale provvederà all’esecuzione del PCR. Tutti le restanti persone ammalate dovranno, invece, prima eseguire il test rapido oppure quello fai da te e solamente in caso di positività, in base al protocollo vigente, effettueranno il test PCR muniti del test positivo. Se la persona presenta invece difficolta respiratorie in presenza del test negativo dovrà comunque stare in auto isolamento per un periodo di almeno tre giorni e usufruire del congedo per malattia. Dopodiché la persona malata ha l’obbligo di contattare il proprio medico curante il quale provvede all’esecuzione del PCR, se questo risulta positivo l’obbligo di quarantena previsto è di dieci giorni. “Se nell’arco di tre giorni i disturbi scompaiono, possiamo affermare che la persona non è più contagiata” - ha spiegato Vindišar dicendo che lo stesso discorso vale in presenza di un test PCR negativo.
Dionizij Botter