Durante i confronti e i comizi i temi affrontati dai candidati sono stati quelli della figura del Presidente della Repubblica, qui spesso i candidati hanno commentato il lavoro svolto dal loro predecessore, i temi di politica estera con al centro il conflitto Russo-Ucraino, i rincari energetici che ne derivano, temi legati all’approvazione del Codice di famiglia e altri. Durante le interviste realizzate oltre ai sopracitati temi d’attualità abbiamo deciso di interpellare i candidati su argomenti a noi vicini come il rapporto con le minoranze, soprattutto con quella italiana e sul tema della riconciliazione, discorso legato anche al gesto compiuto dai Presidenti Borut Pahor e italiano, Sergio Mattarella i quai hanno posto una corona di fiori al monumento dei martiri del “Tigr” e alla foiba di Basovizza. Ripercorrendo l’ordine con il quale appariranno i candidati sulle schede con il numero uno troviamo Milan Brglez candidato degli Sd e del Movimento Libertà del premier Robert Golob, a seguire Anže Logar appoggiato dal Partito Democratico, Janez Cigler Kralj di Nuova Slovenia, Miha Kordiš del Partito Levica-Sinistra, Nataš Pirc Musar la quale candidatura è stata inoltrata da un gruppo di elettori, Vladimir Prebilič dal partito Vesna e da un gruppo di elettori e infine Sabina Senčar dal partito Resni.ca e da un gruppo di lettori la quale apparirà sulla scheda con il numero 7.
Milan Brglez, eurodeputato, con un Dottorato in relazioni internazionali ha detto che ha deciso di candidarsi alla massima carica dello stato perché crede di essere in grado di unire i cittadini e di rappresentare con successo la Slovenia in ambito internazionale, il suo programma sintetizzato in cinque punti in sostanza prevede, la tutela dello stato di diritto, la promozione del dialogo sociale, migliorare l’immagine a livello internazionale della Slovenia, costruire un clima di solidarietà.
Milan Brglez:” Penso che la decisione non sia stata poi così tardiva. La situazione politica nazionale è cambiata completamente, mi riferisco soprattutto a quanto è successo all’interno della coalizione di governo con la presentazione dei loro candidati alle presidenziali. D’altro lato invece si è inasprita anche la situazione politica a livello globale, poi ci sono state anche le motivazioni di carattere personale, senza il supporto della famiglia poi devo dire che è difficile affrontare una candidatura del genere”.
Come commenta il fatto che il centro sinistra ha in corsa due candidati “forti”
Milan Brglez:” La sinistra è sempre stata nota per ampliare le piccole differenze, con queste che possono diventare molto grandi. Io ritengo di no, che con più candidati le persone potranno finalmente scegliere chi secondo loro sarà più adatto a guidare il paese e di rappresentarlo, inquanto si tratta di rappresentanza vera e propria. Molto spesso viene infatti definita come una funzione protocollare, anche se in effetti molto spesso non lo è e detiene molti contenuti rilevanti”.
Se eletto collaborerà anche con i governi di centro destra senza difficoltà
Milan Brglez:” Se agiranno nel pieno rispetto della Costituzione, per me la Costituzione è la base fondamentale dopodiché seguono le categorizzazioni ideologiche, credo che non ci dovrebbero essere problemi. La mia esperienza alla Camera di stato e all’Parlamento europeo mi hanno insegnato a sapere costruire il consenso sulle più disparate singole questioni, rendendomi sempre conto che non tutti possono essere soddisfatti”.
Le critiche spesso mosse all’attuale capo dello stato sono stata che non si è fatto sentire su determinati temi molto importanti. Mi riferisco per esempio al Codice di famiglia
Milan Brglez:” Su temi così importanti sicuramente, soprattutto su quest’ultimo inquanto stiamo parlando del rispetto della costituzione e dell’attuazione delle disposizioni della Corte costituzionale dove secondo me dei referendum successivi alle decisioni prese non sono ammissibili”.
Il conflitto russo-ucraino si sta inasprendo, come vede il ruolo dell’Ue e come valuta
Milan Brglez:”Sono due le questioni fondamentali che devono essere evidenziate e sono importanti allo stesso tempo; gli aiuti all’Ucraina affinché possa difendersi e allo stesso tempo l’utilizzo di tutti gli strumenti diplomatici per raggiungere la pace perché ritengo che il conflitto si è inasprito a tal punto da non poter escludere un “escalation” fino a un conflitto nucleare, fino a d ora in Europa non abbiamo assistito mai ad una cosa del genere e credo che dobbiamo impegnarci tutti e non solamente chi pretende che il Presidente della Repubblica, ma non solamente, da tutti, lo richiede pure la nostra Costituzione con l’articolo che promuove la pace e che definisce la cultura della non violenza come la base delle politiche di sicurezza, oltre alle numerose alleanza come quella Nato che ci impediscono di fare quel che ci pare bypassando la loro opinione, ma anzi dobbiamo agire nel quadro delle regole imposte da queste organizzazioni”.
In base alle sue esperienze di politica internazionale e di relazioni internazionali dove vede una possibile soluzione a questo problema
Milan Brglez:” Al momento non ce alcun dialogo tra le parti, il Presidente turco Erdogan ha tentato in passato di risolvere la soluzione, ha avuto in parte successo almeno per quanto riguarda l’aspetto legato all’esportazione del grano, di fondamentale importanza per la sicurezza alimentare nel mondo. In un certo momento questi piccoli passi sono stati anche possibili. Una altra persona che gode di un canale di comunicazione privilegiato all’interno dell’Unione Europea è il Presidente francese Emmanuel Macron; sicuramente adesso con l’insorgere delle minacce nucleari anche le restanti superpotenze si sono svegliate, mi referisco soprattutto alla Cina e alla sua posizione sul quanto sta accadendo. È importante che non abbia riconosciuto le ultime annessioni de territori compiute dai russi recentemente”.
Proseguirà sulla via della riconciliazione, Quella siglata anche dal gesto simbolico dei Presidenti Pahor e Mattarella
Milan Brglez:” Per la riconciliazione è di fondamentale importanza partire da verità, per quanto possibili obiettive. Credo che si debba proseguire con questo processo anche in questa direzione e che le vittime di Basovizza non vengano più dichiarate come dei terroristi anche dal punto di vista legale e formale, da quel momento almeno per quanto riguarda la parte storica che riguarda gli sloveni sarà molto importante per arrivare a una comprensione unitaria delle vicende e di superare quanto è stato detto dalla Commissione mista, la quale è riuscita a raccontare cosa e come è accaduto. L’obiettivo è di poter includere questi fatti nella realtà politica o nella comprensione reciproca”.
Pensa che questo precesso verrà ostacolato dai nuovi equilibri politici e dall’esito delle elezioni in Italia
Milan Brglez:” A riguardo devo essere molto trattenuto per il rispetto della funzione del capo del governo del paese che riconosci. Devo pero ammettere che sono preoccupato, sul come il tutto andrà ad incidere anche sui rapporti, dobbiamo inoltre considerare che in entrambi i paesi vivono anche le comunità nazionali autoctone minoritarie le quali non devono essere solamente un ponte per la collaborazione, perché i ponti sono fatti per essere calpestati, ma bisogna riconoscere e rispettare le loro identità autonome ed è molto positivo il fatto che ciò venga compiuto da entrambe le parti e che vengano considerati come degli attori nell’intera vicenda. Questo è un aspetto della tutela delle minoranze al quale sono molto legato e attento. Le realtà sono completamente differenti, non ci possiamo attendere una lealtà incondizionata dalla minoranza slovena nei confronti della Slovenia e lo stesso per quanto riguarda quella italiana. Sono discorsi molto soggettivi spesso e il desiderio del rispetto delle comunità e il considerare le loro aspettative sono degli aspetti da considerare sempre perché in caso contrario molto velocemente possono diventare degli strumenti nei rapporti bilaterali o degli ostaggi politici”.
Come vede la minoranza italiana in Slovenia
Milan Brglez: “Secondo me quella italiana è una delle minoranze che gode di uno status costituzionale. Vorrei sottolineare l’aspetto dell’autonomia, la Slovenia ha in effetti dei problemi ovvero non ha fatto il punto della situazione con tutte le realtà minoritarie, ma quella ungherese e italiana sono delle categorie costituzionali e sicuramente io non mi permetterei mai di andare contro questo dato di fatto e desidererei che ogni possibili modifiche, elettorali o altre, vadano comunque a tutelare l’autonomia delle minoranze e che questi aspetti non vengano tutelati solamente dalla legge, quella slovena è esemplare, ma anche nel quotidiano”.
Anže Logar, deputato alla Camera, ex Ministro degli esteri nel precedente governo di centro-destra, ha invece spiegato che il suo obiettivo è quello di garantire uno standard elevato di vita nel paese. “Due volte all’anno indirò un incontro due volte all’anno con i presidenti dei partiti parlamentari e formalizzerò il forum di cooperazione dei vertici della politica slovena mensili” ha detto Logar annunciando che intende unificare gli obiettivi strategici della società e dello stato e aumentare gli investimenti nella sicurezza.
Anže Logar:”Lavorando come Ministro degli esteri e in generale in base al clima generale e alle sfide che dobbiamo affrontare con una crescente polarizzazione in Slovenia ritengo che il paese nei prossimi cinque anni abbia bisogno di un Presidente della Repubblica in grado di collaborare con persone diverse, che ha una buona rete internazionale e che è dotata di uno slancio giovanile in grado di raccordare gli sloveni nella ricerca degli elementi che ci uniscono e non nelle cose che ci dividono. Dopo essermi confrontato con le persone delle quali mi fido e aver raggiunto una conclusione unanime, ho perso la decisone circa un anno fa di affrontare questa sfida. Con il passare del tempo l’idea è maturata e dopo le elezioni politiche ho deciso definitivamente di affrontare la campagna elettorale per la corsa alle presidenziali”.
Collaborerà con tutti i governi indipendentemente dal loro colore
Anže Logar:”Credo che questo sia uno dei compiti chiave di un Presidente della Repubblica, collaborare con i governi di turno nella ricerca di soluzioni comuni. Aiutare i governi nei compiti più difficili che riguardano il futuro sviluppo della Slovenia e di ascoltare tutte la parti che contribuiscono significativamente allo sviluppo del paese”.
Prenderà posizione su temi d’importanza fondamentale per il paese
Anže Logar:”Sicuramente tutti i temi rilevanti di politica verranno discussi e armonizzati con una certa frequenza con i maggiori rappresentanti a livello istituzionale, anche con gli attori principali sulla scena politica e credo che con il dialogo saremo in grado di trovare la strada giusta per implementare le soluzioni prioritarie. Se non ci sarà invece un consenso tra le parti, mi farò comunque sentire”.
Cosa ne pensa del conflitto russo ucraino e dell’escalation in atto
Anže Logar:” È di fondamentale importanza che l’Unione Europea resti compatta nel rapportarsi con l’aggressore, la Russia. La Slovenia potrebbe giocare un ruolo molto importante trattandosi di una democrazia agile e dotata di una diplomazia molto snella e di conseguenza può contribuire significativamente all’unificazione delle posizioni che spesso risultano contrapposte dei paesi membri dell’Unione Europea. In questo spirito ho lavorato come Ministro degli esteri e così intendo proseguire anche da Presidente della Repubblica, ovviamente se tale opportunità mi verrà fornita da parte degli elettori”.
Come vedi i futuri rapporti con l’Italia in vista del nuovo governo di centro destra
Anže Logar:” L’Italia è il secondo partner economico della Slovenia anche se mi riferisco al terziario, in particolar modo al turismo, rappresenta il mercato principale degli imprenditori nazionali e gli ottimi rapporti tra due paesi confinanti sono di fondamentale importanza per entrambe le parti. Io credo che il premier, Robert Golob sarà in grado di proseguire e intrattenere degli ottimi rapporti come ha fatto il governo precedente”.
Proseguirà sulla via della riconciliazione come fatto da Pahor
Anže Logar:”Ritengo che questo sia stato un successo per entrambi i presidenti ovvero la restituzione del “Narodni Dom” di Trieste, ma soprattutto entrambe le commemorazioni del 13 luglio 2010, alle quali ho pure partecipato, dove entrambi i presidenti hanno deposto le corone ai fucilati di Basovizza e alle vittime delle foibe, tenendosi per mano. Penso che si sia trattato di un messaggio simbolico molto forte, forse il più forte dell’ultimo decennio e sono grato per quanto assistito. Io ho inoltre partecipato all’ultima commemorazione dell’11 settembre in ricordo dei fucilati di Basovizza e posso dire che nei discorsi pronunciati ho denotato una volontà riconciliante pronunciata da entrambi i Presidenti. Tutto ciò mette in luce che ci troviamo sulla strada giusta, quella che intendo percorrere pure io nel caso verrò eletto alla Presidenza della Repubblica”.
Per quanto riguarda invece la riconciliazione del popolo sloveno
Anže Logar:”Questo tema è tuttora attuale nella società slovena e di conseguenza il Presidente della Repubblica deve affrontare tale argomento con cautela e contribuire con il suo lavoro alla riconciliazione, forse all’inizio dovrà intraprendere questo compito con piccoli passi con l’obiettivo finale di una stretta di mano e del superamento delle divisioni inteso come l’unico odo per potere vivere in pace come una nazione riconciliata richiede”.
Come vede la minoranza italiana in Slovenia
Anže Logar: “Le minoranze sono sempre una questione molto importante. Dal rapporto che si ha nei confronti delle minoranze si può valutare anche il livello di democrazia di un determinato paese, posso dire che la Slovenia ha un ordinamento esemplare a riguardo, lo testimonia la presenza del deputato Minoritario alla Camera di stato. Posso dire di essere molto felice per l’elezione al senato della signora Rojc, rappresentante della minoranza slovena in Italia. Mi auguro che in futuro anche in Italia questo seggio venga garantito per i rappresentanti della minoranza slovena ad ogni modo penso che le diplomazie di entrambi i paesi e i Presidenti della repubblica devono impegnarsi affinché la questione minoritaria restio in alto in agenda e che i problemi vengano risolti tempestivamente al fine di mantenere un alto livello del dialogo”.
Lei ritiene di poter rappresentare tutti i cittadini
Anže Logar:”Già a inizio campagna elettorale io ho affermato che sono un politico moderato di centro destra che punta al dialogo e che è in grado di saper ascoltare le persone e mettere insieme i diversi punti di vista con l’obiettivo di trovare le soluzioni che ci accomunano e di rimuovere quelle che ci dividono perché queste ci allontanano dalle soluzioni finali”.
Janez Cigler Kralj, nato nel 1978 a Komenda, laureato in Scienze Politiche, Janez Cigler Kralj viene proposto dal suo partito, Nuova Slovenia. Cigler Kralj ha detto di volersi impegnare affinché' imprenditorialità diventi un valore apprezzato, “chi lavora ha diritto ad un esistenza dignitosa” ha detto aggiungendo che le persone devono essere incentivate allo sviluppo delle loro potenzialità. Cigler Kralj dice inoltre di non voler dimenticare alle persone disagiate, “queste non devono avere l’impressione di essere state abbandonate”. Sul piano della sicurezza invece l’ex Ministro del lavoro ha spiegato che farà il possibile per consolidare l’apparato difensivo del paese “appoggiando tutte le iniziative volte all’ammodernamento dell’esercito sloveno”.
Cigler Kralj:”Ho deciso di candidarmi principalmente per due motivi. Quello principale, o più profondo se vogliamo, è che semplicemente voglio bene alla Slovenia e alle persone. In secondo luogo, invece, la ragione politica che mi ha portato a candidarmi, dopo che numerose persone me lo hanno fatto presente come pure la direzione del Partito di Nuova Slovenia, è stata di presentarci con un nostro candidato perché nel centro destra ce ancora dello spazio libero da riempire. Gli elettori non avevano insomma a disposizione dei candidati ai quali assegnare con sincerità il proprio voto, un voto a favore dei valori democratici e cattolici. Ecco questa è stata forse la motivazione principale per la quale ho deciso di mettermi a disposizione”.
La sua posizione in merito al conflitto russo-ucraino
Cigler Kralj:”La Slovenia è saldamente posizionata nell'Unione Europea e nell'alleanza di difesa della NATO. Ed è giusto che in quanto tale cooperi e contribuisca alla sicurezza collettiva e alla sicurezza dell'Europa anche nel modo in cui concordano l'Unione Europea e l'alleanza di difesa della NATO. Personalmente, credo sia giusto aiutare l'Ucraina, vittima dell'aggressione russa, con denaro, materiale, equipaggiamento e armi. Penso che dopo dieci anni in cui ha espresso per lo più compassione e sostegno morale, l'Unione europea si è finalmente svegliata e si è resa conto che tutto ciò non basterà, la Russia non si fermerà dopo l'Ucraina. Se l’Ucraina non cercherà di fermare l’avanzata russa sul suo territorio questa non si fermerà. Mi sembra giusto aiutare l'Ucraina a difendersi, perché sta lottando per la pace di tutti noi, dell'Europa intera”.
Come collaborerà con i governi sloveni, se eletto eletto
Cigler Kralj:”Il Presidente della Repubblica è una persona responsabile che ha il compito di collegare, unire le persone. Ha inoltre il compito di ripacificare gli animi più accesi presenti nella nostra società. Ritengo che fino a questo momento in veste di Ministro del Lavoro e deputato ho già fatto capire che rispetto tutti, anche le persone che non la pensano politicamente come me e che sono in gradi di accogliere e collaborare con qualsiasi persona ricercando sempre le soluzioni comuni e il comune denominatore e di conseguenza sarei in grado di dialogare con l’attuale premier come anche con qualsiasi altra persona al suo posto”.
Farà sentire la sua voce su temi importanti
Cigler Kralj:” Nei casi in cui giudicherò che le cose nella società non stanno andando nella direzione giusta avrò l’obbligo di esprimere la mia opinione, sicuramente farei valere la opinione sul tema del Codice di famiglia, il quale ha permesso alle coppie omosessuali di poter adottare dei bambini. Alla Camera di Stato, in sede di voto, ho deciso di votare contro la proposta inquanto non mi trovo assolutamente d’accordo. Il bambino trae maggiori vantaggi da una comunità dove sono presenti un padre e una madre. Mi farei inoltre sentire su tematiche come quella attuale che ci mette davanti a una grande crisi energetica, a rincari inaspettati, anche alimentari, dove le famiglie come le imprese non vengono tutelate come dovrebbero esserlo. Alzerei la voce perché ritengo che non si tratti del momento giusto per ridurre le retribuzioni e aumentare le tasse di queste categorie; anzi nel periodo antecedente alla crisi sarebbe stato utile dare una mano alle persone con aumenti retributivi e introducendo sgravi fiscali. Sono tutti esempi per i quali in veste di Presidente della repubblica mi farei sicuramente sentire”.
Come vede i rapporti con la vicina Italia in seguito alle elezioni alle quali ha vinto il centrodestra
Cigler Kralj:”Il nuovo governo di centrodestra è un’incognita, ritengo che proprio perciò è normale che molti si siano intimoriti. Io penso che meritino di avere l’opportunità di mostrare cosa saranno in grado di fare, farci capire con i fatti chi sono e come lavoreranno. Sarei invece particolarmente attento all’aspetto legato alla tutela della minoranza autoctona slovena in Italia. Da questo punto dipenderanno molto i rapporti di vicinato con l’Italia e con il nuovo governo di centrodestra, vorrei inoltre aggiungere che in questo momento i rapporti stanno andando nella direzione giusta e sono migliorati notevolmente nell’ultimo decennio anche grazie al gesto compiuto dai due Presidenti, Borut Pahor e Sergio Mattarella culminato con la restituzione del “Narodni Dom” alla comunità slovena. Bisogna proseguire in questa direzione, ogni regressione nei rapporti sarebbe una pessima cosa”.
Lei proseguirà sulla strada della riconciliazione
Cigler Kralj:”Se avrò la fiducia delle persone e verrò eletto alla carica di Presidente della Repubblica mi sentirò ad ogni modo obbligato a proseguire su questa strada segnata dai due Presidenti”.
Cosa pensa della minoranza italiana
Cigler Kralj:”Io penso che la presenza delle minoranze vada ad arricchirci. Noi sloveni siamo particolarmente fortunati dalla presenza della minoranza autoctona italiana, ungherese e dalla moltitudine di culture e lingue presenti sul nostro territorio. Io stesso mi sento a mio agio in tale contesto, sono nato nei pressi del confine austriaco e posso affermare che si tratta di un’esperienza che ci arricchisce. Questo elemento ci impreziosisce ulteriormente, le differenze che ci contraddistinguono sono una cosa buona perché ci accomuna di più e ci rende più ricchi e possiamo inoltre sviluppare e pianificare meglio il nostro futuro comune. Per concludere sono molto felice della presenza della Comunità autoctona italiana e del percorso futuro”.
Miha Kordiš attuale parlamentare del Partitio Sinistra-Levica è nato nel 1989 a Škofja Loka, laureato in filosofia sostiene che la Slovenia non ha bisogno di un presidente che fa gli interessi delle banche , delle corporazioni, dell’industria militare e delle lobby. Il Presidente sarà la voce del popolo che interverrà in sostegno della sanità pubblica, per il benessere dei cittadini, delle persone che hanno un reddito minimo, i lavoratori, pensionati e le infermiere. Miha Kordiš sostiene che sarà la voce dele persone che non vengono ascoltate, quelle poste ai margini della società.
Miha Kordiš:”Al Partito Sinistra-Levica abbiamo deciso di prendere parte alle elezioni Presidenziali perché tra tutti i candidati presenti non abbiamo individuato nessuno che potrebbe rappresentare la voce del popolo, di quelle persone che hanno maggiore bisogno di un Presidente, una persona in grado di rappresentare anche gli interessi dei lavoratori, della cassiera, del cuoco, del meccanico, insomma dell’insieme delle persone sottopagate che stanno affrontando enormi difficoltà economiche, ma che in realtà sono la base portante della nostra società; più precisamente il loro ruolo è di fondamentale importanza per l’esistenza della società stessa. In questo momento queste persone vengono male rappresentate a livello politico, ovvero non lo sono per niente. Queste persone necessitano una voce ma anche altre categorie della società”.
Come guarda al conflitto russo-Ucraino
Miha Kordiš:” Quanto sta accadendo in Ucraina è molto grave, lo è per i cittadini russi comuni stretti nella morsa delle sanzioni e dal regime di Putin. È molto tragico anche per gli ucraini che stanno perdendo la propria casa e stanno assistendo alla distruzione della loro patria. Ma anche il cittadino medio europeo viene pesantemente penalizzato dal conflitto per i rincari nei settori energetici. Sono perplessi sul come riusciranno a sopravvivere durante l’inverno e se saranno in grado di pagare il riscaldamento. Questa guerra deve finire e deve finire nel 2023 e non sicuramente nel 2030. Io rifiuto con determinazione qualsiasi tentativo di regolare le relazioni internazionali con le armi e di conseguenza condanno con forza l’aggressione perpetrata da Putin. In verità però questa guerra non è tanto intesa come un conflitto tra la Federazione russa e l’Ucraina ma come uno scontro tra il militarismo putiniano da una parte e l’imperialismo occidentale dall’altra. L’Ucraina ha la grande sfortuna di essersi ritrovata fra questi due blocchi e ne sta pagando le conseguenze. Rifiuto pure qualsiasi invio di armi in Ucraina inquanto determinerà solo un aumento delle ostilità con l’obiettivo perseguito dalla Nato di rendere l’Ucraina simile all’Afghanistan. È una intenzione nemmeno tanto celata, l’invio di armi non ha l’obiettivo di aiutare qualcuno o difendere un paese, ma l’dea delle forze occidentali consiste nello strumentalizzare il conflitto ai danni degli ucraini per indebolire la Federazione russa. Questa guerra non è del popolo e non è nemmeno la nostra guerra”.
Sarà in grado di collaborare con i governi di centro destra
Miha Kordiš:” Sicuramente, io credo che il Presidente abbia l’obbligo di parlare con tutte le forze politiche, ma ha pure il compito di farsi sentire quando qualcosa non sta andando per il verso giusto ovvero di fare sentire pubblicamente il suo peso nel delineare le priorità politiche. Io pongo in primo piano la soluzione della problematica abitativa nel paese con la costruzione di alloggi pubblici, difenderò con ogni forza pure il sistema sanitario pubblico senza l’obbligo di pagare l’assicurazione sanitaria integrativa e infine la maggiore crisi alla quale stiamo assistendo e che va affrontata è la crisi legata al cambiamento climatico o collasso climatico. Questo tema necessita di un intervento tempestivo da parte dei governi. Sicuramente andrei inoltre a scontrarmi con qualsiasi governo che viola i principi democratici e che non mette in primo piano gli interessi dei cittadini. Solitamente sono i governi di destra quelli che creano i problemi in questo senso”.
Crede che ciò aspetto sia mancato con l’attuale Presidente
Kordiš:” Sì, sicuramente, uno degli appunti principali rivolti negli ultimi due anni all’attuale Presidente della Repubblica Borut Pahor è proprio questo, di non essersi fatto sentire nel momento del bisogno e di non essersi messo dalla parte delle persone comuni. Io sono d’accordo con queste critiche e se eletto andrei a modificare immediatamente questa prassi perseguita da Pahor. La funzione del Presidente della Repubblica deve dare voce alle persone”.
Come vede i rapporti con l’Italia, ovvero con il nuovo governo di centrodestra
Miha Kordiš:” Anche a livello internazionale vale lo stesso principio che vale anche nei rapporti interni, il Presidente della Repubblica ha l’obbligo di parlare con tutte le parti, soprattutto ciò vale per il Presidente della repubblica sloveno che si fa portatore della neutralità a livello internazionale, del non allineamento e della non violenza. È invece molto rilevante il messaggio che è in grado di portare sulla scena internazionale con i suoi interlocutori e su questo punto vorrei essere completamente sincero che nel caso mi trovassi a dialogare con i governi vicini, come quello italiano, dove sono arrivati al potere i fascisti, porrei in primo piano la tutela della comunità nazionale slovena i Italia”.
Sarebbe pronto a perseguire la strada della riconciliazione
Miha Kordiš:” In base a quanto leggo non si tratta tanto di una via verso la riconciliazione ma di una revisione storica. Una storia condivisa tra gli sloveni e gli italiani ovvero della lotta comune al fascismo. Del resto, mi ritengo molto soddisfatto per la restituzione del” Narodni dom”.
Come è il suo rapporto con la minoranza italiana in Slovenia
Kordiš:” Io penso che la Slovenia debba essere lo stato di tutti i suoi cittadini, anche della minoranza italiana, con tutti i diritti dei quali gode, come le restanti minoranze. E penso inoltre che la Slovenia debba lavorare per il bene di tutti e non solamente per una schiera di persone, insomma deve tutelare le minoranze culturali”.
Nataša Pirc Musar, dottore in giurisprudenza ci ha fatto compagnia sul piccolo schermo per sei anni come giornalista e conduttrice del Telegiornale di Slovenia 1 prima e poi per cinque anni su quello dell'emittente commerciale POP TV. Dal 2003 impiegata alla Corte Suprema e stata nominata su richiesta dell’allora Presidente della Repubblica, Janez Drnovšek, a persona autorizzata all’accesso delle informazioni di natura pubblica e nel 2009 dalla Camera di Stato e su proposta dell’allora Presidente Danilo Turk a garante della privacy. Oggi svolge la professione di avvocato specializzata nei media e diritti umani.
Nataša Pirc Musar:”Molte persone hanno tentato di convincermi negli ultimi dieci anni di candidarmi. Per dire la verità ogni elezioni politiche qualcuno mi invitava a prenderne parte, ma diciamo che il ramo esecutivo del governo non è mai stata la mia prima scelta inquanto credo che io sia capace di dare del mio meglio in veste di Presidente della Repubblica. Io credo fermamente nello stato di diritto e nei diritti umani sono tutte cose scritte nel mio corredo genetico e credo sinceramente che anche dallo svolgimento di questa funzione posso fare molto in questo senso”.
Come vede il ruolo della Slovenia a livello internazionale con l’inasprimento del conflitto russo ucraino
Nataša Pirc Musar:”La Slovenia è coinvolta e osserva quanto sta accadendo e lo fa a braccetto con quanto viene deciso a livello politico europeo. Io personalmente penso che non dobbiamo mai dimenticarci del fatto che la Russia è l’aggressore e che ha violato in modo eclatante i principi di diritto internazionale. Ritengo che l’Ucraina necessiti del nostro aiuto inquanto ha deciso di difendere il suo territorio, ma per rendere l’idea posso citare un’affermazione che mi è rimasta particolarmente impressa “se Putin smette di sparare la guerra finisce, mentre se lo fa L’Ucraina è questa a non esistere più”; in Europa ce ne rendiamo particolarmente conto, ma ad ogni modo come donna, madre di un ragazzo di 21 anni, posso affermare che sono i negoziati l’unica soluzione possibile. Il 90 per cento dei conflitti vengono risolti solamente grazie alle trattative tra le parti, anche il restante 10 dove si arriva a una guerra questa termina con una trattativa. La pace non viene mai raggiunta su un campo di battaglia, credo perciò che la Comunità internazionale deve fare di tutto per porre fine al conflitto russo-ucraino. Le ultime dichiarazioni pronunciate dai capi di stato fanno intendere che la Russia sta man mano perdendo il sostegno dei suoi alleati come la Cina e l’India, lo stesso Presidente turco Erdogan si sta dicendo sempre più scettico a riguardo. Recentemente, durante l’Assemblea generale della Nazioni Unite a New York, ha invitato Putin a porre fine alla guerra. Forzare con i referendum in Ucraina non è sicuramente la strada giusta, i referendum non vanno mai fatti durante una guerra in corso, lo dice il diritto internazionale. Insomma, i problemi stanno ampiamente superando le soluzioni a disposizione”.
Da Presidente della Repubblica prenderebbe posizione su determinate importanti questioni
Nataša Pirc Musar:”Sicuramente, l’ho già detto a più riprese che il Presidente della Repubblica ha l’obbligo di intervenire quando assiste a scivoloni sul piano democratico, il capo dello stato è il maggiore difensore della Costituzione e dei diritti costituzionali. Io ho già espresso una posizione critica nei confronti del Presidente Borut Pahor per essere stato zitto in determinate situazioni importanti, dove un suo intervento era auspicabile. Io non me ne starò in silenzio, ciò ovviamente non significa che mi intrometterò nelle questioni di politica interna o nel lavoro quotidiano del governo, però nel momento in cui sarò testimone di scivoloni democratici e di violazioni dei diritti umani mi farò sentire inquanto si tratta di un obbligo e io non ho paura di essere un’autorità morale da questo punto di vista”.
Come vede i futuri rapporti con l’Italia
Nataša Pirc Musar:”Dovremo collaborare molto bene con l’Italia ma anche con i restanti paesi confinanti, si tratta comunque di un paese membro Ue. Sono preoccupata per questa virata a destra, i partiti postfascisti non sono certamente delle formazioni politiche che difendono i valori europei e quelli promossi dall’Unione Europea. Sono preoccupata anche in seguito ai colloqui che ho avuto con i rappresentanti della minoranza slovena in Italia, ho percepito il loro timore, il futuro degli sloveni in Italia è incerto e proprio per questo il governo sloveno come il capo dello stato dovranno monitorare con grande attenzione la situazione, dal punto di vista dei finanziamenti della minoranza, dell’istruzione e della cultura, questi elementi sono il cuore pulsante della minoranza slovena in Italia”.
Proseguirà sulla via della riconciliazione
Nataša Pirc Musar:”Questa è infine l’ultima cosa rilevante, l’amicizia tra i popoli è l’elemento dello sviluppo della civiltà. Se non siamo amici compiamo una regressione, non solamente sul piano dei valori, ma anche sociale, economico. Indubbiamente i due Presidenti Pahor e Mattarella hanno fatto tantissimo, la restituzione del “Narodni Dom” agli sloveni di Trieste è statio veramente un passo molto importante, io stessa proseguirò indubbiamente sulla via della riconciliazione”.
Come valuta la minoranza italiana in Slovenia
Nataša Pirc Musar:”Mi rendo conto che la minoranza italiana è una minoranza che rispetto alle altre europee gode di ampi diritti, ed è giusto che così sia. La Slovenia è uno dei pochi paesi che automaticamente concede due seggi ai rappresentanti delle due minoranze al parlamento, mi sembra giusto che sia così e così deve rimanere, mi farebbe però piacere che lo stesso possa valere anche per gli sloveni in Italia, con un seggio fisso al Senato, è un bene che la signora Tatjana Rojc sia stata eletta in quota PD apparendo al primo posto sulla lista del FVG, si tratta di un riconoscimento al lavoro che ha svolto. Io credo fermamente nei diritti umani e vi spiegherò perché questi sono fondamentali anche per le minoranze. I diritti delle minoranze sono dei diritti umani fondamentali, sono diritti che creano anche dei conflitti o addirittura fanno scoppiare delle guerre e a tale punto ogni stato deve fare attenzione per mantenere questi diritti, uno di questi è sicuramente la lingua. Sono molto soddisfatta per la presenza delle tabelle bilingui nei quattro comuni bilingui del Litorale, in Italia non è possibile vedere queste cose pure in Austria viene rispettato l’articolo 7 del trattato interstatale. Io credo che sul piano della tutela la Slovenia abbia fatto molto e mi auguro che la minoranza italiana sia soddisfatta dei diritti garantiti e dai finanziamenti percepiti”.
Vladimir Prebilič, sindaco di Kočevje, dottore in Scienze della difesa e della sicurezza nonché docente presso la Facoltà di Scienze sociali di Lubiana ha deciso di candidarsi da indipendente. La sua candidatura viene appoggiata dal partito Vesna e da un gruppo di elettori. “Desidero superare le divisioni tradizionali” ha detto Prebilič ribadendo la sua volontà nel rappresentare le persone e non gli interessi politici o delle élite economiche. Prebilič ha inoltre detto di puntare sulla tutela dell’ambiente, sulla decentralizzazione, l’ottimizzazione dei servizi offerti e la stabilità dei servizi pubblici. Su temi di grande importanza indirà le sedute della Camera.
Prebilič1:” L’impulso a candidarmi è arrivato da due direzioni, la prima è quella che in veste di Presidente desidero ampliare lo spazio nel quale le persone hanno la possibilità di trovare dei punti d’incontro. Ho il desiderio di lavorare in modo tale da porre in primo piano le persone. Svolgendo la funzione di sindaco ho notato che i cittadini spesso non vengono ascoltati, anzi vengono proprio ignorati, e non hanno la possibilità di partecipare alle decisioni che riguardano il futuro del paese. E questa cosa mi sembra molto sbagliata. L’esperienza nell’avere vicine le persone merita di essere considerata anche in un’ottica di trasferimento verso l’alto che io detengo a livello locale. Lo sviluppo repentino del nostro Comune è stato raggiunto nel momento in cui abbiamo smesso di relazionarci e parlarci in base alle appartenenze politiche e altre ma in base a cosa ogni persona è capace di fare e come può contribuire allo sviluppo comune. A livello nazionale vedo sempre meno la messa in pratica di questo concetto. Io vedo la funzione di Presidente della Repubblica un’po’ diversamente rispetto a come viene vista oggigiorno, l’attuale Presidente continuava a ripetere di non sentirsi un’autorità morale, io ritengo il contrario. Lo è in base all’incarico che ricopre e lo deve essere anche a livello politico. Il capo dello stato inteso come autorità morale implica che il suo operato e le sue azioni siano di grande importanza anche nelle situazioni difficili e per argomenti molto delicati. Ricordiamo inoltre che oltre quella presidenziale come quella a sindaco sono le uniche cariche elette direttamente e di conseguenza godono della massima legittimità e fiducia da parte dei cittadini. Il Presidente è il volto del paese e di conseguenza le persone si attendono delle posizioni chiare da questa carica. Per quanto riguarda l’aspetto dell’autorità politica ritengo che se assiste a determinate anomalie, come quelle recenti che riguardano le misure di contenimento del coronavirus, ha l’obbligo di fermare certi tipi di azioni che sono prive di una base giuridica e che sono socialmente inaccettabili”.
Come vede attiva la Slovenia a livello internazionale
Prebilič:” Le parole pronunciate al forum strategico di Bled, al quale ho partecipato, dal Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen mi hanno stupito molto. Questa ha incitato i presenti alla guerra contro la Russia e ha parlato di una vittoria europea in quattordici giorni. Questo incitamento alla guerra mi sembra inconsueto e lo ritengo proprio bizzarro, non dimentichiamo che l’Unione Europea è stata fondata sulla pace e ha ottenuto pure il Nobel per la pace nel 2012, di conseguenza penso che la soluzione non vada ricercata con la guerra, ma dobbiamo trovare la strada giusta per uscirne. Sono passati 14 giorni dall’appello che ha lanciato e il conflitto si sta inasprendo con la Russia che ha mobilitato ulteriori truppe dell’esercito e possiamo attenderci ulteriori vittime, io propongo di andare alla ricerca di soluzioni che portino perlomeno a una tregua e alla pace più tardi, ma finche’ non si fermeranno le armi tutto ciò è pressoché impossibile. La Slovenia dovrebbe invitare le parti a una Conferenza di pace e trovare una via d’uscita dal conflitto armato”.
Come collaborerà con il governo
Vladimir Prebilič:” Io penso che ogni Presidente della Repubblica dovrebbe ricercare le vie del dialogo rispettoso con il governo. Ciò non significa assolutamente che il capo dello stato sarà servile nei confronti dell’esecutivo. Quando il presidente denota che il governo sta andando nella giusta direzione e con la soluzione di questioni chiave della nostra società allora è giusto che il capo dello stato aiuti il governo a diffondere al pubblico un messaggio chiaro al fine di perseguire un obiettivo. Per esempio, mi riferisco alle questioni legate allo sviluppo sostenibile, temi che non sono quasi mai in agenda, l’approvvigionamento alimentare ed energetico pure. Ma anche le problematiche giovanili e la privatizzazione dei sistemi pubblici. Questi sono tutti principi del mio programma che vorrei realizzare in collaborazione con il governo per il benessere comune. Allo stesso modo se le cose non vanno bene il capo dello stato ha l’obbligo di farlo notare indipendentemente dal colore del governo al potere”.
Intende insomma farsi sentire su determinati temi
Vladimir Prebilič:” Sicuramente, secondo me è un obbligo e non solo un privilegio. Bisogna elaborare un pensiero sui temi ritenuti di grande importanza per la società slovena. Comprendo questa carica in un’ottica di autorità morale e politica e mi sembra giusto prendere una chiara posizione anche su argomenti delicati, pesanti o spiacevoli. Questa carica non implica un’accettazione continua e un ampio livello di popolarità, abbiamo bisogno di uno statista di parlare chiaramente su determinati argomenti anche a scapito della sua immagine”.
Come vede i futuri rapporti con l’Italia
Vladimir Prebilič:”Devo ammettere di essere preoccupato. Io provvengo da una zona dove siamo molto legati ai valori della lotta di liberazione nazionale che e abbiamo nel nostro corredo genetico, come del resto anche nel litorale, i valori dell’antifascismo e nazismo lo sono. Mi auguro che il governo italiano non andrà a realizzare tutti i punti presentati durante la campagna elettorale durante la quale è emersa anche la volontà di andare verso una strada inaccettabile per noi che abbiamo ancora una memoria storica e ci rendiamo ancora conto di come è stato vivere durante il fascismo. Non mi sento insomma di giudicare quanto sta accadendo ma dico solamente che reputo opportuno essere vigili per evitare possibili politiche revisionistiche o punti di vista passati”.
Cosa pensa del passo compiuto da Pahor e Mattarella
Vladimir Prebilič:” Io penso che il Presidente Pahor abbia commesso un grande passo nella direzione giusta penso che questa vicinanza con il collega Mattarella e la loro ricerca della collaborazione è una cosa giusta. Bisognerà proseguire su questa strada. Vorrei però ribadire che la riconciliazione va interpretata anche come una cosa intima, non può essere uno stato a decidere quando va attuata, penso comunque che sia giusto mantenere aperto questo spazio e di fornire tutte le informazioni utili su quel periodo storico, io stesso da storico ripeto sempre che la storia va lasciata agli esperti e non ai politici che spesso la strumentalizzano per raggiungere altri fini; la riconciliazione non è una cosa che va gestita dallo stato o dal Presidente della Repubblica, ma dipende dal dialogo reciproco. Vorrei forse dare un consiglio ai politici di compere dove possibile un passo indietro e lasciare che determinati argomenti vengano affrontati senza interferenze”.
Come vede le minoranze in Slovenia
Vladimir Prebilič:”Io penso che la Repubblica di Slovenia con il suo quadro giuridico sia stata in grado di risolvere molto bene questo argomento. Penso inoltre che i diritti della minoranza italiana non vengano limitati in nessun aspetto, sia a livello locale che nazionale, abbiamo appunto anche il seggio specifico dedicato alla loro presenza affinché possano avere voce. Ho invece il desiderio che questo status del quale gode la minoranza italiana in Slovenia, che è buono, possa almeno in parte essere assegnato anche a quella slovena i Italia. Secondo me ce ancora margine di manovra per ottenere dei miglioramenti, passi in avanti, solamente il rapporto con la minoranza è in grado di metter in luce la grandezza e la responsabilità civile di ogni singola nazione e il rispetto dei diritti minoritari dovrebbe essere una priorità per i popoli europei”.
Sabina Senčar, specialista in ginecologia e ostetrica si presenta come cittadina attiva, madre, figlia, medico, imprenditrice e candidata alla carica di Presidente della Repubblica. La Senčar Proposta dal partito Resni.ca-Verità e da un gruppo di elettori punta soprattutto sui temi legati alla sanità e all’innalzamento della qualità di vita.
Sabina Senčar:” Per il semplice motivo che l’attuale politica non è riuscita a convincermi del fatto che sta rappresentando tutti i miei interessi, mentre l’attuale Presidente non è certamente stata la persona giusta per controbilanciare quanto è accaduto negli ultimi tre anni e che ci ha portati all’attuale crisi”.
La Slovenia e il conflitto Russo-ucraino
Sabina Senčar:” La Slovenia è un paese piccolo, io penso che un paese di queste dimensioni debba cercare solamente amici, deve evitare a tutti i costi a possibili conflitti, non tutte le guerre sono guerre nostre. Io penso che la Slovenia, in primo luogo, debba essere estremamente pragmatica e diplomatica, deve andare alla ricerca della pace e delle amicizie”.
Rapporto con il governo
Sabina Senčar:” Sicuramente mi comporterei sempre allo stesso modo, sia con governi di centro destra che con quelli di centro sinistra, sicuramente mi impegnerei a mantenere degli ottimi rapporti con tutti”.
Lei è stata particolarmente critica ne confronti della gestione del coronavirus
Sabina Senčar:” Sono sicura del fatto che la sanità è stata uno strumento utilizzato per la persecuzione di finalità strettamente politiche. Sono inoltre convinta che pure la medicina si è sottomessa alle esigenze politiche invece del contrario. La medicina deve esser totalmente indipendente dalla politica, questa è la sua priorità. Ma come la storia insegna, la medicina può essere facilmente manipolata per diventare il braccio destro della politica”.
Interverrà in veste di capo dello stato
Sabina Senčar:” Certamente, farei sentire la mia voce su temi a mia conoscenza e di mia competenza. Aprirei la strada al dialogo e non permetterei mai il prevalere di una sola posizione. In questo caso a mancare è stato il dialogo con tutti, sentire l’altra faccia della medaglia. Non si può sottomettere tutti gli attori della società a un solo argomento, una sola malattia, una sola medicina. Non esiste una sola malattia, le altre non sono per niente sparite, ho come l’impressione che nella società i rapporti sono diventati di seconda importanza, anche determinati diritti sono venuti a mancare, tutto e stato posto a margine del tema principale rappresentato da una malattia, ma i restanti problemi come, per esempio, la sicurezza sono rimasti gli stess”i.
Cosa ne pensa del governo italiano
Sabina Senčar:”Le persone hanno percepito i cambiamenti del nostro tempo, l’Unione Europea non ci offre quanto promesso e da noi desiderato, la comunità di nazioni alla quale abbiamo aderito non ci sta offrendo quanto sperato. All’momento dell’adesione eravamo convinti che la nostra vita sarà migliore, più bella e che le nostre capacità economiche aumenteranno. Anche l’aspetto legato alla libertà è stato determinante, tutti pensavamo che si potrà viaggiare nella massima libertà, scambiarci le merci senza problemi e avere maggiori capacità finanziarie. Tutto ciò non è accaduto aprendo le porte ai vari nazionalismi; questo fenomeno non riguarda solo l’Italia ma anche tanti altri paesi Europei, questo fenomeno va inteso come un contrappeso all’insufficienza rappresentata dall’UE”.
Cosa ne pensa della riconciliazione, proseguirà su questa strada
Sabina Senčar:” Sicuramente, la storia va raccontata e analizzata da diverse prospettive, dobbiamo chiudere quanto rimasto aperto, dobbiamo raggiungere la catarsi e non ignorare determinati argomenti storici”.
Quale è il suo rapporto nei confronti delle minoranze
Sabina Senčar:” Le minoranze rispecchiano la cultura di un popolo, la paura per il crescente fenomeno nazionalistico sta crescendo ed è un tema che riguarda principalmente le minoranze. Queste sono infatti le prime ad essere prese di mira dalle politiche nazionalistiche. Dobbiamo difenderle e tutelare i loro interessi e diritti. Le ritengo di grande importanza come pure il fenomeno dell’integrazione”.
Dionizij Botter