Sul tavolo all'incontro della diplomazia slovena soprattutto le modifiche alla strategia della politica estera, il ruolo del Paese nell'Unione europea e nel mondo e il rafforzamento della diplomazia economica, pubblica, scientifica e culturale. Ad aprire l'incontro un discorso del ministro degli Esteri, Tanja Fajon.
"Le tendenze globali nella comunità internazionale non dipingono un quadro ottimistico del futuro. Raccontano invece una storia di una sempre più grande frantumazione e divisione sulla scena internazionale", ha detto Fajon, che ha definito l'Ucraina come la maggiore sfida a livello politico e di sicurezza. Il ministro ha sottolineato che la diplomazia slovena, nonostante sia piccola, dovrebbe agire globalmente. "Nonostante alcune limitazioni, come la nostra debole presenza al di fuori dell'Europa e delle maggiori capitali mondiali, la politica estera slovena dovrebbe pensare anche alle questioni globali. Dobbiamo avere un quadro più ampio in cui inserire le questioni regionali e le sfide della Slovenia", ha aggiunto. Fajon ha detto che la candidatura del Paese come membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite tra gli anni 2024 e 2025 è una "priorità nei prossimi mesi ed un progetto nazionale comune". Ha poi annunciato un aggiornamento ai documenti strategici del Ministero degli Esteri, che, secondo le sue parole, devono "riflettere la nostra valutazione della situazione internazionale e delle priorità della politica estera slovena". Il Ministero, negli scorsi mesi, aveva infatti già preparato una nuova strategia di politica estera, che sarà presentata dopo una consultazione; previsto anche un miglioramento della legge sugli affari esteri.
La proposta di una nuova strategia sulla politica estera riporta la Slovenia nel nucleo dell'Unione europea, ha detto invece l'ambasciatore Iztok Mirošič, inviato speciale del ministro Fajon per il futuro dell'Europa, che ha collaborato alla preparazione della strategia. Ritiene che con la deglobalizzazione e l'aggressione russa contro l'Ucraina si siano verificati eventi che richiedono una diversa gestione della politica estera. La strategia sottolinea che la Slovenia dovrebbe prestare particolare attenzione al Mediterraneo; inoltre deve riflettere una politica a doppio binario, ha detto ancora Mirošič, anche dopo il cambiamento della denominazione del dicastero in Ministero degli Affari esteri ed europei.
Il premier, Robert Golob, si è rivolto ai diplomatici affermando che i paesi piccoli hanno dei vantaggi nella politica estera. Quando valutano di non avere un diretto interesse, possono infatti operare come mediatore. Golob si attende comunque dai diplomatici conoscenza e coraggio, la politica estera slovena, anche secondo il primo ministro, deve invece iniziare ai concentrarsi sulle questioni globali.
Attesi per domani all'incontro della diplomazia slovena anche i discorsi della presidente della Repubblica, Nataša Pirc Musar, e della presidente della Camera di Stato, Urška Klakočar Zupančič.
E. P.