La votazione segreta non ha dato i risultati sperati dal mandatario Karl Erjavec, designato dalla coalizione dell’arco costituzionale Kul. Ad appoggiare la mozione di sfiducia costruttiva sono stati 40 deputati, sei in meno rispetto al numero necessario e tre in meno rispetto alle attese del KUL. La proposta di sfiducia è stata sottoscritta da undici deputati della Lista Marjan Šarec, SD, Levica-Sinistra, Pensionati e Partito Alenka Bratušek. Durante il dibattito, durato undici ore non sono mancati i colpi bassi che hanno visto come protagonisti soprattutto Marjan Šarec, Karl Erjavec e Janez Janša. Le schede consegnate sono state in tutto 53, sei sono risultate irregolari, mentre sette deputati hanno votato contro la sfiducia. L’Sns, Sds, e Nsi non hanno ritirato le schede.
“Il governo sta affrontando una settimana molto impegnativa, mentre il Kul ottiene solamente 40 voti” è stato il commento a caldo via twitter del premier Janša. “Andiamo avanti e uniamo le nostre forze” ha scritto il leader dell’Smc, Zdravko Počivalšek, mentre Matej Tonin si è detto soddisfatto per la fine di questa “agonia senza speranza”, i numeri dimostrano che il governo è solido, ha detto Tonin. Erjavec non ha nascosto la sua delusione dicendo che “i tempi per il cambiamento evidentemente non sono maturi, mi aspettavo un risultato migliore”, ha detto Erjavec affermando che ora gli sforzi riguarderanno il consolidamento del Desus e i preparativi per le prossime sfide elettorali.
Dionizij Botter