Migliorano i dati ed aumentano gli allentamenti. Il governo ha infatti deciso che da domani fino al 30 maggio il numero dei partecipanti a raduni ed eventi pubblici non sarà più limitato a 50 persone, ma sarà obbligatorio sono rispettare le misure sanitarie e il distanziamento richiesto per evitare la diffusione del contagio.
Viene così ribadita la strategia di aperture intrapresa dalla Slovenia, dove se da un lato i contagi continuano a calare dall’altro aumenta il numero degli immunizzati con una o due dosi. Annunciato infatti il superamento della soglia dei 600 mila vaccinati con la prima dose, che sono ormai 608.079 pari al 35,2% dei maggiorenni, mentre gli immunizzati con entrambe le dosi sarebbero secondo i dati del governo 313.602 pari al 18,2%.
Un’ottima notizia che è stata funestata, però, dall’annuncio giunto da Bruxelles della morte della moglie di un diplomatico sloveno a dieci giorni dalla somministrazione del vaccino Janssen della Johnson&Johnson. Secondo quello che si è appreso da TV Slovenia la quarantenne, a pochi giorni dalla somministrazione dell’antidoto, si era recata dal medico dopo che aveva avuto forti emicranie e che le si era gonfiata una gamba. Nonostante il trattamento immediato, la donna è stata colpita da un ictus notturno e non è valso a niente il ricovero nella terapia intensiva, dove la donna è morta qualche giorno dopo.
L’istituto nazionale di sanità sloveno ha annunciato di aver intrapreso con un gruppo di esperti del ministero della sanità un’indagine per stabilire se esiste una correlazione diretta o indiretta tra la vaccinazione e il tragico decesso. Il vaccino Janssen come quello dell’AstraZeneca è un vaccino a vettore virale, che può causare in rarissimi casi coaguli di sangue, anche mortali.
Barbara Costamagna