La salute non può essere una fonte di profitto, ma è un diritto che deve essere uguale per tutti e non una questione per ricchi. Il ministro dovrebbe finalmente smettere di fingere e dire chiaramente se vuole il rafforzamento della sanità pubblica o ne sostiene la privatizzazione e lo smantellamento. Parte da questi presupposti la marcia organizzata dalla "Voce del popolo", l'iniziativa civica il cui leader Jaša Jenull ha preso il timone di un malcontento popolare che parte da lontano. E da numeri impietosi. Sono infatti 120.000 le persone senza il medico di base, un terzo dei quali si sono aggiunti alla lista nell'ultimo anno. In termini di visite e pazienti assistiti i numeri si sono ridotti rispettivamente di 60 mila e 15 mila rispetto al periodo pre-covid. Inevitabile quindi, secondo Jenull e sodali, che le promesse del ministro della Salute, Danijel Bešič Loredan, di eliminare l'assicurazione sanitaria aggiuntiva e di dimezzare i tempi d'attesa entro un anno erano solo vane promesse politiche, e per questo chiedono di agire in fretta. Sono convinti infatti che questo governo, fischiato a più riprese, avrà successo o cadrà sulla questione sanitaria.
La marcia di protesta, che ha visto la partecipazione di alcune centinaia di persone, si è poi diretta verso la sede di uno dei maggiori concessionari privati dei servizi sanitari, Marko Bitenc, accusato di dar vita a un'assistenza medica di lusso sulle spalle dei cittadini e dello Stato.
Valerio Fabbri