"Prendo atto che mi difendo principalmente per il rispetto dei diritti umani, e lo faccio come ministro, come avvocato, ma soprattutto come essere umano – sono orgogliosa di questo". E' racchiusa in questa dichiarazione che non lascia spazio ad alcuna congettura la risposta della ministra dell'Interno, Tatjana Bobnar, all'interpellanza parlamentare presentata dal falco del Partito democratico sloveno Branko Grims. Il deputato conservatore si è sempre contraddistinto per posizioni e dichiarazioni dure nei confronti dei migranti che attraversano il confine fra Slovenia e Croazia, considerato troppo permeabile a dei flussi che, comunque, sono ben lontani dalle ondate che nel 2015 coinvolsero tutta l'Europa e, nello specifico, il fianco meridionale del paese.
L'oggetto dell'interpellanza è la rimozione delle barriere lungo la parte centrale del confine fra Lubiana e Zagabria, con l'accusa da parte di Grims di abuso d'ufficio, attuazione incoerente delle leggi, negligenza dei doveri ministeriali e, infine, inganno del pubblico riguardo ai dati sull'immigrazione illegale. Una serie di accuse legate alla decisione di Bobnar di togliere le recinzioni, la cui installazione peraltro non era stata ultimata e ha condizionato la società appaltatrice. Una mossa che era stata annunciata durante la campagna elettorale e che per il nuovo esecutivo rappresentava e rappresenta tuttora un cambio di passo rispetto al precedente governo targato Janez Janša.
La risposta di Bobnar parte proprio da qui, da una impostazione diversa di quello che ella stessa ha definito nel suo intervento un alto livello di cultura politica, di rispetto dei principi morali ed etici, di tolleranza zero per le violazioni dei diritti umani, come si confa a una società democratica matura. Ed è per questo che il suo ministero ha inaugurato oggi una sezione dedicata alla pubblicazione di dati e informazioni oggettivi per evitare la diffusione di informazioni inesatte e fuorvianti, spiega una nota dello stesso ministero.
Valerio Fabbri