Sta facendo ancora discutere l’articolo pubblicato dal portale web belga, Politico, nel quale viene presa in esame la cosiddetta “guerra ai media” condotta dal premier Janez Janša. L’autrice, Lil Bayer, avrebbe valutato come autoritaria la politica del premier nei confronti dei media nazionali, segnata da continui attacchi, pressioni e intimidazioni. Immediata la risposta del premier Jnaša, che ha bollato come “bugie” le affermazioni apparse sul portale Politico. “Il servizio è stato commissionato e non racconta la verità facendo riferimento esclusivamente a fonti anonime vicine all’estrema sinstra, ignorando invece le fonti con nomi e cognomi” dice Janša ribadendo che “Politico è questo, racconta bugie per sopravvivere”. Il tweet del premier ha scatenato una serie di reazioni indignate e di messaggi di sostegno rivolti all’autrice dell’articolo. L’associazione giornalistica internazionale API-IPA ha condannato duramente le parole di Janša “è un attacco immotivato e sfrontato”, l’inviata irlandese del Times, Naomi O’Leary ha detto che l’attacco mediatico conferma quanto scritto dalla giornalista del Politico, mentre Darren McCaffery, redattore di Euronews ha invitato il leader dell’SDS a un’intervista senza alcun tipo di filtro. Janša ha colto al balzo l’occasione dicendo di essere disposto ad accettare l’invito, pubblicando un filmato nel quale scorrono le immagini delle proteste antigovernative, nelle quali dei manifestanti auspicano la morte di Janša. A difesa della Bayer si è schierata anche l’Associazione die giornalisti di Slovenia “Con la diffamazione via Twitter della giornalista, Janša ha pregiudicato l’integrità della giornalista e del media che rispetta i standard giornalistici” si legge.

Dionizij Botter

 Foto: EPA
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