Il prodotto interno lordo della Slovenia è aumentato del cinque percento su base annua nel terzo trimestre del 2021. Come nel secondo, anche stavolta i consumi finali dei nuclei famigliari, che rappresentano il valore dei beni e dei servizi impiegati per soddisfare direttamente le necessità personali, individuali o collettive, assieme agli investimenti hanno contribuito maggiormente alla crescita; lo ha annunciato l'Ufficio nazionale di statistica. I consumi finali delle famiglie sono aumentati del 9,3 percento; le spese hanno riguardato tutti i tipi di beni e servizi, escluso il settore automobili. Gli investimenti lordi sono cresciuti del 9,6 percento, la maggior parte nel settore metalmeccanico e delle attrezzature. Segnali positivi anche per quanto riguarda le scorte, che hanno contribuito all'aumento del PIL con un 3,2 percento, dopo che in precedenza si erano ridotte per soddisfare la domanda. L'interscambio commerciale con l'estero ha segnato invece un saldo negativo, con le importazioni cresciute di quasi il 20 percento, le esportazioni del 10,6. Secondo i dati destagionalizzati, il PIL ha registrato un incremento del 4,8 percento rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno.
Sul fronte inflazione, i prezzi al consumo sono aumentati a novembre del 4,6 percento su base annua, è il tasso più alto dall'ottobre 2008. A contribuire maggiormente all'incremento del costo della vita sono stati i derivati petroliferi, con rincari del diesel del 46,6 percento, delle benzine del 41,5, altri derivati del 33,4 percento. Su base mensile ad influire maggiormente sull'aumento dell'inflazione sono stati sempre i carburanti, oltre ad abbigliamento e calzature.
Delio Dessardo