La voce del popolo può contare su 1800 singoli attivisti di circa 100 organizzazioni della società civile, tra le quali spiccano Greenpeace Slovenia, Transparency International Slovenija, Amnesty International Slovenija, il Sindacato dei giornalisti e l'Istituto 8 marzo. I rappresentanti dell'organizzazione si sono dati appuntamento a Piazza della Repubblica per spiegare quali sono le principali richieste, delle 138 complessive, alle quali a loro detta i partiti politici dovrebbero prendere una chiara posizione prima delle elezioni. Questa lista è stata consegnata fisicamente ai rappresentanti politici che hanno accolto l’invito. Le richieste sono così state ritirate principalmente dai rappresentanti dei partiti d’opposizione, tra i quali Igor Zorčič del Lide, Maša Kociper e Jernej Pavlič del Partito Alenka Bratušek, Matjaž Nemec degli Sd, Marjan Šarec dell’omonima lista, da Luka Mesec della Sinistra-Levica e altri. Filip Dobranič dell’ente “Oggi è un nuovo giorno” ha precisato che le richieste sono state inviate per posta elettronica a tutte i partiti politici” ha detto Dobranič aggiungendo che non si aspettano una risposta da tutte le formazioni politiche. Le 138 richieste riguardano la presa di posizione su argomenti come l’economia sostenibile, l’accessibilità dei servizi pubblici, degli immobili, del servizio sanitario, il rispetto dello stato di diritto, la tutela ambientale e i diritti umani in generale. Presente pure Tea Jarc del sindacato Mladi Plus si è detta certa “che è possibile puntare su una politica diversa, in grado di dare la massima attenzione agli interessi delle persone e alla tutela dell’ambiente e non solamente al capitale”. La Jarc ha poi aggiunto che saranno le prossime elezioni politiche a rappresentare un potenziale punto di svolta “avremo la possibilità di decidere sul nostro futuro”, ha detto la sindacalista ribadendo che il problema principale in Slovenia è rappresentato dalla bassa affluenza alle urne la quale toglie la legittimità ai rappresentanti eletti.
Dionizij Botter