Le previsioni sono state elaborate dall’Umar già in primavere con i commenti degli esponenti governativi i quali definivano le previsioni troppo pessimistiche e senza l’inclusione della crescista attesa negli investimenti pubblici. Il Ministro Šircelj ha affermato che “anche i rapporti passati pubblicati dall’Umar hanno stabilito un livello di crescita inferiore rispetto a quello effettivo”. Nel 2021 l’Umar aveva previsto una crescita del 6,1 per cento, mentre questa è stata poi del 8,1 ha detto Šircelj. “Queste previsioni devono essere per quanto possibile il più precise, perché vanno a condizionare l’ottimismo o il pessimismo, in questo caso specifico la previsione era pessimistica” ha detto il Ministro Šircelj ammonendo che queste informazioni inducono poi l’esecutivo a prendere misure fiscali che potrebbero rivelarsi sbagliate. Con tale affermazione il Ministro ha voluto rispondere alle accuse mosse dai partiti d’opposizione, secondo i quali il governo stava intenzionalmente nascondendo i dati. L’Umar ha fatto sapere già a marzo che le previsioni in base ai dati disponibili sarebbero state realistiche, di conseguenza, non vi sarebbero stati “motivi di alcun tipo per correggere le previsioni”. In base ai dati ufficiosi è emerso che l’Umar avrebbe ridotto di 0,3 punti percentuali le previsioni per il prossimo anno attestandosi al 3 per cento, mentre per il 2024 queste dovrebbero essere del 2,8 per cento. L’Umar nonostante le previsioni al ribasso dei maggiori istituti di rating internazionali risulta più ottimistica, il Fondo monetario internazionale ha annunciato una crescita del Pil del 3,7 per cento, mentre l’ultimo rapporto sulla crescita economica risulta essere inferiore dello 0,9 per cento rispetto a quello di ottobre. La Camera di commercio slovena si attende invece per il 2023 una crescita del Pil del 3,2 per cento, come ricordiamo la Commissione Europea prima dell’invasione ha rivisto al ribasso le previsioni di 0,4 punti percentuali attestandosi al 3,8 per cento nel 2022. Il governo ha inoltre approvato il decreto con il quale ha prorogato per altri tre mesi la validità della riduzione delle accise sui prodotti energetici, sull’elettricità, i carburanti, l’olio combustibile e il gas naturale per il riscaldamento. Fino al 31 luglio saranno in vigore le accise ridotte, che fanno parte delle misure approvate per mitigare gli effetti dei costi energetici su famiglie e imprese.
Dionizij Botter